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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 16/9/2008, 01:11




Mondiale, ecco i convocati
Video: fuori Di Luca e Pozzato


Il c.t. della nazionale azzurra ha diramato la lista dei corridori che parteciperanno alla prova in linea élite di domenica 28 settembre: Bettini, Rebellin, Cunego, Bruseghin, Tonti, Tosatto, Paolini, Ballan e Bosisio. Riserve Ginanni e Bertagnolli


Pozzato e Di Luca no. Come dire che due pezzi di una macchina che negli anni ha garantito successi sono saltati, sacrificati sull'altare degli equilibri e di una logica finora vincente. Cunego e Rebellin sì, perché per missioni apparentemente impossibili (nessun corridore ha mai vinto tre mondiali di fila, nessuno nel 2008 ha tolto alla Spagna i grandi giri, la prova su strada di Pechino, la Liegi eccetera) bisogna contare sull'esperienza e sull'affidabilità. Il resto è Paolo Bettini, poi gambe, sacrificio, spirito di squadra e ancora Bettini. L'uomo che nelle ultime otto edizioni ha chiuso cinque volte tra i primi dieci, con due trionfi, un secondo e un quarto posto.
NOVE PER UNO - Alla presentazione delle nazionali all'ippodromo Le Bettole, trasformato in un magnifico stadio del ciclismo, Franco Ballerini spiega i motivi che hanno portato alle convocazioni più sofferte della sua esperienza da commissario tecnico. "E’ un anno particolare, si corre in Italia e qui a Varese è stato creato qualcosa di unico come sede d’arrivo. Abbiamo sul piatto un obiettivo che ci fa gola, Paolo ha la possibilità di scrivere pagine di storia del nostro sport. Non è stato semplice scegliere i nove uomini, ma la Vuelta mi ha fatto vedere che Bettini ha tutte le carte in regola per essere competitivo. Per questo ho concentrato l’attenzione sul reparto degli uomini di lavoro, scegliendone uno in più, sacrificando altre scelte". Avanti dunque con Bettini, Cunego, Ballan, Bruseghin, Tosatto, Tonti, Bosisio, Rebellin e Paolini (Bertagnolli e Ginanni le riserve; per la cronometro Pinotti e Quinziato). Sette su nove c'erano anche a Stoccarda un anno fa, le novità sono Bosisio e Paolini.
I DELUSI - Dal 2001 ad oggi Di Luca aveva saltato solo due edizioni (2004 e 2005), visto che nel 2007 la sospensione, relativa al caso Santuccione, era scattata tre giorni prima della gara con l'abruzzese ad allenarsi sul percorso iridato. Pozzato invece aveva fatto parte delle ultime tre spedizioni, insomma un fedelissimo del gruppo che ha regalato a Bettini due titoli. "Per Filippo qualche risultato è mancato - ha aggiunto Ballerini - da lui mi aspettavo molto di più di un prologo (la cronosquadre vinta alla Vuelta con la Liquigas, ndr), insomma non ho visto il Pozzato che mi piace. Per Di Luca è stato più difficile, ma la grande condizione di Paolo mi ha spinto a scegliere un uomo di fatica in più. Danilo è un cavallo di razza, un vincente, ma chi veste l’azzurro deve ricoprire grosso modo il ruolo che svolge nella sua squadra. Capisco la sua amarezza, ma Paolo è in condizioni eccellenti, sta meglio di un anno fa a Stoccarda, è ai livelli di Madrid".
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 28/9/2008, 00:51




Bettini lascia il ciclismo
"Chiudo con la mia corsa"


Il due volte campione del mondo ha annunciato il suo ritiro dall'attività agonistica. Il Mondiale di Varese sarà l'ultima gara del corridore toscano, deluso perché ancora senza squadra: "Sono successe tante cose e mi mancano gli stimoli per continuare. Ma prima voglio entrare nella storia"


Il Mondiale di domani sarà l’ultima gara di Paolo Bettini. Il campione uscente ha ufficializzato la notizia in una conferenza stampa. Bettini è profondamente deluso dal fatto di non avere ancora trovato squadra. La Quick Step non gli ha fatto un’offerta di rinnovo e l’ultima trattativa è naufragata poco fa. Bettini, con l’aiuto di Alvaro Crespi, era in trattativa con un’azienda lombarda che voleva entrare nel mondo del ciclismo. L’idea era quella di acquisire i diritti della ex Saunier Duval e formare una società. Mauro Gianetti, in difficoltà con l’immagine, avrebbe fatto un passo indietro. Ma ieri il cda non ha dato l’ok, pare scottato per le recenti vicende di doping. Oggi, nel pomeriggio, l’ultimo no. E Bettini, sconfortato, dice addio.
LA CONFERENZA - Un bacio alla moglie Monica prima di salire sul palco riservato ai vincitori, che per una sera si trasforma in scenario d’addio. Poi l’annuncio che nessuno si aspettava di ascoltare a meno di 24 ore dal Mondiale. "Domani attaccherò l’ultimo numero. Mi fermo qui".
"LA MIA CORSA" - A 34 anni Paolo Bettini lascia il ciclismo alla vigilia dell’ultima corsa. Non una qualsiasi, il Mondiale a Varese. E’ un addio amaro allo sport che lo ha reso grande e che potrebbe renderlo unico, il primo a vincere tre mondiali consecutivi. Paolo Bettini dice basta. In una conferenza stampa di 10 minuti, chiusa dall’applauso dei giornalisti. "Sarò molto veloce visto che domani c’è un impegno... - dice con un sorriso per ricacciare indietro le lacrime -. In questi ultimi mesi, sono successe varie cose e nell’ultima settimana, quella del Mondiale che è diventata la mia corsa da un paio di anni, è maturata l’idea di chiudere con la mia carriera. Con molta serenità e anche con un pizzico di commozione. Ci ho pensato tanto e non ho trovato controindicazioni a scegliere questa corsa, la mia corsa, per attaccare l’ultimo numero sulla maglia".
I COMPAGNI - Poi un pensiero per la squadra, inevitabilmente scossa dalla notizia. "La maglia azzurra ti dà qualcosa in più non solo nel ciclismo. E’ così per migliaia di atleti in Italia. La Nazionale l’ho sentita come la mia squadra. Come gruppo non potevo chiedere di meglio perché grandi campioni hanno fatto tanta fatica per me. Ora sono lì in albergo che mi aspettano per cenare, ho cercato di avvisarli tutti prima di uscire, sono al corrente".
RIPENSARCI? - Il caso di Lance Armstrong insegna che anche i grandissimi di questo sport possono ripensarci. "Ad Atene, nella conferenza stampa dopo la gara e con l’oro al collo, dissi che vedevo la fine della mia carriera nel 2008. E’ difficile che ci ripensi, anche se nella vita non puoi mai dire mai. Anche se riuscissi a vincere la decisione è presa. Ci sono stati diversi progetti e ho fatto le mie valutazioni, avevo bisogno di stimoli veri per andare avanti un altro anno, non li ho trovati e ho preso questa decisione. Ma vorrei ringraziare Ferretti, il primo tecnico a credere in me, e tutti quelli che mi hanno aiutato, compresi gli sponsor per i quali ho corso in tutta la mia carriera".
CREDIBILITA’ - Mentre uno dopo l’altro gli scandali sul doping staccavano un pezzo di credibilità al suo sport, Bettini diventava sempre di più uno degli ultimi personaggi ai quali aggrapparsi. Alla vigilia degli ultimi due mondiali in Germania e in Italia lo hanno tirato in ballo in qualche modo, senza alcun effetto. "Il ciclismo mi ha dato tanto, e credo di aver ricambiato anch’io qualcosa. Non provo rammarico, l’obiettivo è quello di non mollare di tensione, cattiveria e di determinazione per vincere questo Mondiale in Italia. Si corre contro tutti quelli che non hanno la maglia azzurra: sono avversari e vanno battuti. Se l’Italia vincesse con me, questo vorrebbe dire riscrivere la storia dei mondiali di ciclismo", ha concluso il Grillo davanti ai giornalisti arrivati a Varese da tutto il mondo in un clima reso elettrico dal caso Frank Schleck e dall’attesa per i risultati delle nuove analisi sui campioni di alcuni protagonisti dell’ultimo Tour de France. Domani l’ultima recita davanti a più di 300mila persone, nel giorno in cui la piccola Veronica compie 5 anni. Perché nulla è banale nella vita di Paolo Bettini. Che al ciclismo, comunque vada il Mondiale, mancherà.
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 29/9/2008, 00:56




Ciclismo, Ballan campione del Mondo

L'azzurro ha vinto la gara di Varese

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Alessandro Ballan è il nuovo campione del Mondo di ciclismo. L'azzurro succede nell'albo d'oro a Paolo Bettini, iridato nel 2006 e nel 2007, questa volta staccato dai primi. A Varese Ballan è scattato a meno di 3 chilometri dall'arrivo ed è riuscito a distanziare i 5 compagni di fuga, fra cui Rebellin e Cunego, che ha chiuso al secondo posto. Terzo il danese Breschel, quarto Rebellin. Per l'Italia è il 19esimo titolo iridato della storia.


Era dal 1968, dalla vittoria di Vittorio Adorni a Imola, che un azzurro non centrava il successo iridato in casa. A Varese è arrivata addirittura una doppietta. Sul podio non c'è Paolo Bettini. Il 'Grillo', che sabato ha annunciato l'intenzione di lasciare il ciclismo dopo questo Mondiale, è giunto attardato, ma la sua festa è stata grande lo stesso. Nel 2006 e nel 2007 aveva vinto lui. Cercava il tris personale, è arrivato invece il tris per i colori azzurri.

Tre azzurri nei primi 4 posti. E' un risultato straordinario anche per il commissario tecnico della Nazionale, Franco Ballerini. Il ct ha scelto di escludere corridori come Di Luca e Pozzato, puntando su Cunego. Il risultato della gara iridata esalta questa sua strategia. Il veronese della Lampre accompagna sul podio il compagno di squadra oltre che di Nazionale, per un trionfo speciale, grandioso.

Corsa difficile, imprevedibile, dura. Quando il trio di fuggitivi (Ochoa, Poss e Chuzhda) ha preso il largo (quasi 18 minuti il loro vantaggio massimo) è toccato agli azzurri dare la scossa al gruppo e guidare la rimonta. Il Belgio ha dato una mano, la Spagna ha marcato stretto Bettini. Una marcatura che alla fine è costata carissima agli stessi iberici. Freire e Valverde sono rimasti col toscano quando davanti Ballan, Rebellin e Cunego allungavano. Ma se la lotta finale per il successo si è ridotta a pochi elementi, il merito è tutto degli azzurri. Ballan ci ha provato per tre volte sui Ronchi. L'ultimo attacco, insieme a Cunego e Rebellin, ha avuto successo. Se ne sono andati in sei. C'erano anche Breschel, il danese, Pfannberger, l'austriaco, e Rodriguez, lo spagnolo.

Ballan li ha piantati a meno di tre chilometri dall'arrivo. Uno scatto secco, nel centro di Varese. Nessuno lo ha più ripreso. Nessuno ha potuto togliergli la gioia di tagliare il traguardo, da vincitore, con le braccia al cielo.

Simone Benzoni

LA CRONACA DELLA CORSA
17:00 ULTIMO PASSAGGIO SUI RONCHI: SCATTA REBELLIN, POI BALLAN
Prova l'allungo Davide Rebellin sui Ronchi. Rodriguez lo insegue, poi Ballan. Arriva anche Cunego. Poi parte Ballan. Tre azzurri nei primi sei. C'è l'austriaco Pfannberge, poi il solito Rodriguez. Tre chilometri a mezzo all'arrivo.

16:55 8 KM ALL'ARRIVO, 3 AZZURRI NEL GRUPPETTO DI TESTA
Sul lungolago di Varese mantiene la testa un gruppetto di 15 corridori con 3 italiani: Ballan, Cunego e Rebellin. Aumenta lo svantaggio del gruppo Bettini, nel quale ci sono anche Boonen, Freire e Valverde.

16:53 BETTINI IN RITARDO DI 35''
Il gruppetto con Bettini è in ritardo di 35'' rispetto alla testa della corsa.

16:50 IN TESTA SI RIFORMA UN GRUPPO NUMEROSO
Gli inseguitori rientrano sui 5 di testa. Gruppetto ora numeroso in vista della discesa verso il lago.

16:44 COMINCIA L'ULTIMO GIRO
I cinque di testa hanno ultimato il penultimo giro con 14 secondi sui primi inseguitori, fra cui Rebellin e Cunego. Tosatto e Bettini sono a 30''.

16:35 PENULTIMO PASSAGGIO SUI RONCHI: BALLAN CI RIPROVA
Quattordicesima ascesa dei Ronchi, l'Italia tiene alta l'andatura con Tosatto. In crisi Garate e Ciolek. Riparte Ballan, seguito da Rodriguez. Si forma un quintetto con Breschel, Van Avermaet e Wegmann.

16:30 NEL GRUPPO DI TESTA 60 CORRIDORI
Sono una sessantina i corridori che compongono il gruppo di testa, che sta preparandosi per la discesa verso il lago di Varese. Ci sono Boonen, Valverde, Freire, Schumacher, Sanchez e Bettini. Zabel, che era fra questi corridori, ha forato, ma è riuscito a tornare in gruppo. Si è intanto ritirato Andrea Tonti.

16.22 PENULTIMO PASSAGGIO SUL MONTELLO: RIPRESI CUNEGO E REBELLIN
Sul Montello - 14esimo giro - il gruppo rientra sui 7 fuggitivi. Prova l'allungo Tosatto, seguito da Rodriguez. Ma nulla di fatto.

16:16 CHIUSO IL TREDICESIMO GIRO: DAVANTI SONO IN 7
Sette corridori chiudono con 8 secondi di vantaggio sul gruppo il 13esimo e penultimo giro: fra loro Cunego e Rebellin. Dietro il Belgio tira per Boonen.

16:14 SUI RONCHI SCATTA REBELLIN
Esaurita l'azione di Le Mevel, il gruppo di testa affronta il terz'ultimo passaggio sui Ronchi. Prova lo scatto Davide Rebellin, subito inseguito da Rodriguez, che ha alle calcagna Cunego. Guadagnano qualcosa in cinque: insieme ai due azzurri e allo spagnolo ci sono Wegmann (Ger) e Grivko (Ucr).

16:05 PROVA L'ALLUNGO LE MEVEL
Il francese Le Mevel prova l'allungo nella discesa verso il lago di Varese. Al suo inseguimento un gruppo con una cinquantina di corridori, poi più indietro un altro plotoncino attardato, con Contador e Bruseghin. Si ritira Bosisio

16:00 ANCHE FREIRE TORNA IN TESTA
Sul Montello - 13esimo Giro - anche Freire ritorna sul gruppetto Bettini, che aveva chiuso il 12esimo giro con 11 secondi di vantaggio sul plotone. In discesa si riforma un gruppo numeroso in testa alla corsa.

15:50 BALLAN, BETTINI E CUNEGO NEL GRUPPETTO IN AVANSCOPERTA
L'azione di Ballan sui Ronchi ha portato via un gruppeto di fuggitivi con tre italiani e tre spagnoli. Ci sono Cunego e Bettini, ma anche Valverde, Rodriguez e Garate.

15:46 RIPRESO CHUZHDA, PARTE BALLAN
Sui Ronchi - 12esimo giro - il gruppo riacciuffa l'ucraino Chuzhda e parte Alessandro Ballan, che si trascina un drappello di 7-8 atleti fra cui due spagnoli e Paolo Bettini

15:40 DAVANTI IL SOLO CHUZHDA
L'Ucraino Chuzhda resta davanti con una trentina di secondi sul gruppo, che ha recuperato su Bettini e gli altri corridori fuoriusciti sul Montello.

15:38 RIPRESI I FUGGITIVI POSS E OCHOA
Cunego, Rodriguez (Spa), Moinard (Fra), Bettini e Knees (Ger) riprendono Poss e Ochoa.

15:32 ALLUNGO DI BETTINI
Sul Montello parte Cunego, poi scatta anche Bettini, che esce dal gruppo e si mette all'inseguimento dei fuggitivi

15:31 TERMINATO L'UNDICESIMO GIRO
Restano 1'30'' ai tre fuggitivi all'inizio del dodicesimo giro. Testa del gruppo di nuovo compatta, con Bruseghin a fare l'andatura.

15:25 COMINCIA LA BAGARRE
E' uno scatto di Bruseghin sui Ronchi a dare avvio alla bagarre. Partono anche Paolini e Rebellin, su indicazione di Bettini. Il gruppo si è frazionato.

15:21 UNDICESIMO GIRO: I FUGGITIVI MANTENGONO 3'28'' SUI RONCHI
I tre fuggitivi affrontano l'undicesimo passaggio sulla salita dei Ronchi, con un vantaggio sul gruppo di 3'28''.Ochoa Quintero (Venezuela), Poos (Lussemburgo) e Chuzhda (Ucraina) sono in avanscoperta dal secondo giro del circuito. In testa al plotone s'è portato il Belgio. Evidentemente Tom Boonen si sente al top.


Bettini: "Abbiamo fatto un capolavoro"

Il toscano esulta come avesse lui. "Lascio la Nazionale in buone mani"



Lo abbiamo visto esultare, come se quella vittoria fosse sua. E in fondo un pochino lo è. Paolo Bettini voleva entrare nella storia, con la sua ultima corsa. Voleva fare tris, essere il primo e l'unico a vincere tre Mondiali di fila. Prima dell'addio, prima di lasciare quel mondo al quale, come ha detto lui stesso nella conferenza stampa di congedo, ha dato tanto, ricevendo altrettanto. Non ce l'ha fatta. Ma il ritratto dell'uomo che ha tagliato per ventottesimo il traguardo di Varese, quasi 5 minuti dopo i primi, non è certo quello di un uomo sconfitto, anzi, sembra quello di un vincitore.

Quando Alessandro Ballan ha alzato le braccia al cielo, con la folla delle Bettole in delirio per lui, la telecamera è andata a cercare il capitano. "Tutti per Paolo" Lo ha detto anche il neo-iridato in conferenza stampa. "Eravamo tutti per Paolo". E Bettini ha ricambiato. Soffocato dalla tattica asfissiante degli spagnoli, ha dato spazio alla tattica - coraggiosa e vincente - e al talento dei suoi compagni di squadra.

"Paolo ci ha dato il via libera" ha detto ancora Ballan. Bettini era ancora in centro a Varese quando il ventinovenne da Castelfranco Veneto andava a prendersi la maglia iridata, la maglia che ormai avevamo imparato a considerare 'sua', del Grillo. Una maglia portata con merito e fierezza per due anni, conquistata a Salisburgo, difesa dalle calunnie e riconquistata con onore a Stoccarda, dodici mesi fa. E Bettini, in mezzo al gruppo degli sconfitti, ha esultato come fosse lui il vincitore.

"Abbiamo dimostrato cosa sia la Nazionale italiana, facendo un capolavoro". Il gruppo gli si è stretto attorno, rendendogli il meritato omaggio. "Valverde mi ha detto 'sei un grande'. Io gli ho risposto: sono grande perché ho corso contro grandi campioni e ho battuto grandi corridori". Battuti anche nel giorno in cui il successo sognato è rimasto un desiderio, ormai irrealizzabile. "Ora posso smettere sereno perché ho capito di far parte di una squadra vera, di una Nazionale di grandi campioni che tante volte si sono messi al mio servizio e anche in questa corsa lo hanno dimostrato. Lascio il testimone ad un corridore che nella carriera non ha vinto tanto, ma ha sempre scelto le giornate giuste per salire sul gradino più alto".

Un corridore che da vincente ha dato innanzitutto merito a chi, verso quel successo, gli ha lasciato strada libera.



 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 5/11/2008, 00:15




Ciclismo: paura per Bettini

Sbatte la testa. Esami: esito negativo



Paura per Bettini alla Sei giorni di Milano. All'uscita di una curva, nell'ultima prova dell'americana, l'ucraino Popovych è scivolato e ha tagliato la strada all'ex campione del mondo che ha sua volta lo ha centrato in pieno, andando poi a sbattere la testa contro il muro di protezione. Il casco del livornese, che gareggiava in coppia con Llaneras, si è rotto. Gli accertamenti a cui si è sottoposto hanno dato esito negativo.

Oltre a Bettini sono finiti in ospedale anche Roberts e Popovych. I tre sono stati costretti a interrompere la gara: le loro condizioni dovrebbero essere rese note tra breve. Ad aver riportato le conseguenze maggiori sembra essere proprio Bettini, che ha battuto la testa contro il muro di protezione. Al Grillo è stato immobilizzato il tratto cervicale della colonna vertebrale con un collare, ma comunque - spiega chi gli era vicino nei momenti successivi all'incidente - egli era cosciente quando ha lasciato la Fiera per essere trasportato in ospedale.

I medici del 'Sacco' di Milano vorrebbero trattenerlo una notte nel nosocomio sotto osservazione. Tocca a Bettini scegliere cosa fare. Passata la paura, si pensa anche all'aspetto sportivo. L'ex campione del mondo, stando al regolamento della competizione, può tornare in pista entro giovedì. Non è escluso quindi un clamoroso rientro.
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 22/4/2009, 22:15




Freccia Vallone: tris di Rebellin

Schleck-Cunego battuti sul muro di Huy




Prima vittoria italiana nelle Classiche 2009. Alla Freccia Vallone, il muro di Huy premia ancora, per la terza volta in carriera, Davide Rebellin. Il 37enne della Diquigiovanni ha bruciato negli ultimi 200 metri del terribile strappo finale (e dopo 195 km di corsa) il lussemburghese Andy Schleck (Saxo) e Damiano Cunego (Lampre), terzo come lo scorso anno, dopo il quinto posto di domenica all'Amstel. Domenica l'attesissima Liegi-Bastogne-Liegi.

A quasi 38 anni, Davide Rebellin non ha perso la voglia di stupire. Se stesso innanzitutto. "Conosco bene questa salita ma non mi aspettavo il successo" ha detto subito dopo aver tagliato, da solo, quel traguardo a cui ormai è affezionato e che gli ha regalato un onore concesso finora solo ai belgi Marcel Kint ed Eddy Merckx e al nostro Moreno Argentin. Sono tre, dopo il 2004, l'anno della tripletta (con Amstel e Liegi), e il 2007.

Ancora una volta, malgrado i tentativi da lontano (a cominciare da quello di Moreau, in fuga per oltre cento chilometri) la Freccia Vallone si è decisa lì, in quell'ultimo chilometro che va all'insù, con pendenze sempre più proibitive, tanto proibitive da stroncare chiunque si azzardi a tentare l'allungo troppo presto. E' accaduto anche questa volta, prima al francese Lelay, poi a Cadel Evans.

Rebellin era in agguato. S'è messo alla ruota dell'australiano, in compagnia del giovane Schleck, e al momento decisivo ha saputo fare il vuoto, con uno scatto da giovincello, mentre alle sue spalle Cunego rinveniva giusto il tempo per conquistare un posto sul podio.

L'Italia respira, dopo un secondo posto di Pozzato alla Roubaix che da solo non poteva certo bastare a salvare il bilancio azzurro nella campagna del Nord, considerando anche il flop di marzo alla Sanremo. Inevitabile ora coltivare grandi speranze in vista della Doyenne. Cunego ci sarà. Rebellin pure. "Difficile fare la doppietta, ma ci proverò".
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 19/5/2009, 18:39




Di Luca: "Meglio del previsto"
Basso: "E' il più forte"


La maglia rosa, che ha accumulato un buon margine in vista della crono: "Non pensavo di arrivare da solo". Ivan: "E' l'uomo da battere, ma resto fiducioso". Armstrong e Leipheimer soddisfatti



Troppo pesante il paragone con chi la leggenda l’ha scritta sessanta anni fa. Però alla fine di questa giornata, funestata dalla morte di un motociclista caro al Giro, qualcosa di importante è accaduto. Danilo Di Luca ha definitivamente alzato la voce: il padrone del Giro è lui.

PICCOLI PASSI — "Studiare la discesa è stata la chiave. E’ andata meglio delle previsioni, non pensavo di arrivare da solo. Per me era come una classica, come una Liegi-Bastogne-Liegi. Arrivare alla crono con questo vantaggio è tutta un’altra cosa". E così Di Luca, che arriva nella zona mista con il pugno alzato e la maglia rosa numero 24 della carriera (domani può diventare il primatista assoluto in attività), ha accumulato il tesoretto di cui aveva bisogno per restare in gioco nonostante quei 62 chilometri delle Cinque Terre. Ha vinto a San Martino di Castrozza, è arrivato secondo sull’Alpe di Siusi, terzo a Bergamo, e con oggi ha portato a un minuto tondo il margine accumulato solo con gli abbuoni. A questo gruzzolo vanno aggiunti i distacchi inflitti con l’azione avviata da Pellizotti e rifinita dalla maglia rosa: 10 secondi a Menchov e Sastre (occhio a questi due...), 29 a Basso, Leipheimer e Rogers, addirittura 1’39 a Lövkvist. "A questo punto è dura per lui prendere la maglia rosa dopo la crono", aggiunge Di Luca, che in classifica generale ha una distanza di sicurezza: 1’20" su Menchov, 1’33" su Rogers, 2’03" su Basso.

Ivan Basso e Danilo Di Luca in salita. Ansa
Ivan Basso e Danilo Di Luca in salita. Ansa

MORALE — La piccola tromba d’aria abbattutasi sugli inseguitori del leader non ha fatto danni irreparabili, però la cornice inizia a essere davvero favorevole alla Lpr. "Di Luca ha dimostrato ancora di essere il più forte - ha detto Ivan Basso, che forse aspetta la giornata di giovedì per uscire definitivamente allo scoperto - ma guardiamo con fiducia al prosieguo del Giro. Ci sono ancora due crono e tante salite, possiamo far bene". Pellizotti: "Impossibile fare di più, Danilo mi ha lasciato lì". Lövkvist: "Il giorno di riposo non mi ha fatto bene, avevo le gambe dure e non sono riuscito a restare coi migliori. Tagliato fuori? No, la crono può riaprire tutto". Cunego, a 5’31" dal vincitore: "Tappa micidiale. Finchè ho potuto, sono stato con i migliori, poi non ce l'ho più fatta".

ASTANA SMILES — Tra i più in vista sulla salita di Pra’ Martino, dove Pellizotti ha provato a scavare il solco, c’era Lance Armstrong. Il morale in casa Astana, dove iniziano ad arrivare un po’ di stipendi arretrati, è buono nonostante i distacchi incassati. Leipheimer: "Tutta la squadra ha corso bene, personalmente ho commesso un piccolo errore lungo la discesa. Vedo che in pochi si accorgono come qualcuno stia ritrovando la sua vecchia forma...". "Quel" qualcuno sottolinea, naturalmente via Twitter: "Di Luca ha dimostrato di essere il più forte onorando la maglia rosa - osserva Armstrong -. Noi siamo stati al coperto, ma abbiamo corso bene. Solo un piccolo problema per Levi: sono sicuro che alla crono farà bene".

L’OMAGGIO — Niente festa sul palco, commozione nella piccola città mobile che quotidianamente accompagna il Giro d’Italia. La morte di Fabio Saccani, motociclista del fotoreporter Roberto Bettini, è stata un colpo al cuore per molti. Da 32 anni faceva parte della famiglia del Giro, per passione, e il tempo gli aveva regalato anche delle amicizie toccanti. Come quella con Lance Armstrong, guarito dal cancro proprio come lui, e che stasera ha scritto: "Vola in cielo amico. E continua a sorridere".
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 23/5/2009, 07:49




Scintille Farrar-Petacchi
E Cavendish si ritira


L'inglese firma il tris e poi lascia la corsa rosa, i due velocisti si stuzzicano. Lo spezzino: "L'ho mandato a quel paese". L'americano: "Mi ha tagliato la strada"



Scintille, come da previsione. Il "gol" con cui Cavendish chiude la partita con Petacchi sul 3-2 si materializza tra le polemiche, come del resto era capitato già a Milano e poi ad Arenzano. Ma attenzione: l’inglesino adottato dalla Toscana è andato a segno senza accorgersi della bagarre accesa dietro la sua ruota. La cosa non lo riguarda, semplicemente perché va più di forte degli altri.

DIAVOLO IN CORPO — Cento metri oltre il traguardo Alessandro Petacchi si slaccia il caschetto, riprende fiato e poi sgancia il peso della rabbia che monta in corpo, manco fosse Bartali, il mito al quale questa frazione era dedicata: "Farrar? Si lamentava di qualcosa e l’ho mandato a quel paese. E’ sempre seduto, non capisco come faccia a fare le volate". Evidente il richiamo allo scontro di Arenzano, quando lo spezzino denunciò pubblicamente le scorrettezze dell’uomo Garmin. Ecco la replica: "La squadra ha fatto un grande lavoro per me ma Petacchi ha rovinato tutto tagliandomi la strada. L’altro giorno non l’ho nemmeno toccato, eppure lui ha detto alla stampa che ero stato scorretto. Non capisco cosa voglia da me". Inconciliabili.

MARK SALUTA — Spinto sempre più avanti da una squadra che ha vinto 6 tappe su 13, Cavendish fa il bilancio: "Quando hai la miglior guida del mondo, cioè Renshaw, devi solo finire il lavoro. C’era tutto il mio paese, dovevo vincere. Sono felice - ha detto il 24enne che ha toccato 11 successi nel 2009 - ma anche un po’ stanco". E infatti la Columbia-High Road in serata ha annunciato il ritiro del suo sprinter.

COGLIERE L’ATTIMO — Il resto del gruppo, con l’eccezione dei fuggitivi Scarselli, Ignatiev e Schroder, ha trascorso una giornata relativamente tranquilla. Domani invece è annunciata battaglia sull’arrivo del San Luca, dove uno dei big ha già vinto il Giro dell’Emilia nel 2008. "Quel finale lo conosco molto bene - è la voce di Danilo Di Luca - è più duro del muro di Huy alla Freccia Vallone, qualcosa succederà perché gli abbuoni fanno gola". Leipheimer: "Il mio obiettivo è quello di non perdere ancora terreno da Di Luca". Menchov: "So che attaccheranno, ma non ho paura". Basso: "Devo preoccuparmi di pedalare forte e non delle tattiche. Franco ed io siamo due ragazzi intelligenti. Il problema non è chi aiuta l'altro ma i minuti di ritardo dalla maglia rosa. Se abbiamo una possibilità di vincere il Giro, dobbiamo aiutarci a vicenda
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 23/5/2009, 18:46




Gerrans vince a Bologna

L'australiano della Cervelo si aggiudica per distacco la 14ª tappa del Giro d'Italia. Nessuno dei big sfrutta la salita finale e la classifica generale è pressoché invariata. In ritardo Simoni e Armstrong





Simon Gerrans (Aus, Cervelo) ha vinto la 14ª tappa del Giro d’Italia, da Campi Bisenzio a Bologna per 172 chilometri. Sul durissimo strappo finale di San Luca (2 km anche al 16%) Gerrans, vincitore nel 2008 della tappa di Prato Nevoso al Tour de France, ha staccato tutti i compagni di fuga imponendosi a braccia alzate. Secondo a 12” lo svizzero Rubens Bertogliati (Diquigiovanni-Androni), terzo Francesco Gavazzi (Lampre-Ngc) a 19”. Poi via via gli altri componenti della fuga. A 1’04” i big: solo Basso e Leipheimer hanno perso qualcosa, esattamente 3”, Rogers ha ceduto 6”. Più lontani Cunego, Simoni e Armstrong.

CLASSIFICA GENERALE — Denis Menchov (Rus/Rabobank) guida con 34” su Di Luca (Lpr-Farnese), 43” su Levi Leipheimer (Usa, Astana), 2’ su Franco Pellizotti (Liquigas-Doimo) , 2’52” su Carlos Sastre (Spa, Cervelo), 3’03” su Ivan Basso (Liquigas-Doimo), 3’05” Rogers (Aus, Columbia). Gilberto Simoni (Diquigiovanni-Androni) è ottavo a 5’17”.

LA CRONACA — Non parono Chainel, Meyer, Renshaw, Cavendish e Pozzato. Il vicentino lamentava un problema al ginocchio, mentre il britannico - dopo i 3 centri di tappa - aveva programmato il ritiro per preparare il Tour. Dopo 12 km vanno in fuga Bonnafond (Ag2r), Cheula (Barloworld), Froome (Barloworld), Kiryienka (Caisse d'Epargne), Deignan (Cervelo), Gerrans (Cervelo), Visconti (Isd-Neri), Grivko (Isd-Neri), Gavazzi (Lampre-Ngc), Reda (Quick Step), Bertogliati (Diquigiovanni), Petrov (Katusha), Müller (Milram), Vorganov (Xacobeo). I battistrada - lungo un percorso con 4 Gpm – arrivano fino a 5’ di margine: una situazione comoda per la maglia rosa Menchov, perché esclude Di Luca e gli altri rivali dalla possibilità di prendere abbuoni sul San Luca. Infatti è la Lpr-Farnese dell’abruzzese a tirare per cercare di ridurre il vantaggio, mentre le altre squadre non aiutano. Sull’ultimo Gpm prima del traguardo (meno 23 km) il gruppo ha 1’45” da recuperare. Ai meno 15 il vantaggio risale a 1’53”: niente da fare per il plotone, il successo se lo vanno a giocare i fuggitivi. E’ Grivko ad attaccare per primo il San Luca, prima della bagarre finale.

DOMANI — Il Giro dei 100 anni prosegue con la 15ª tappa: da Forlì a Faenza, 161 chilometri. Una tappa molto insidiosa con 4 Gpm: nel finale ci sono quelli di Casale e Trebbio. Potrebbe essere il giorno per l’arrivo di una fuga da lontano, ma anche qualcuno dei big potrebbe essere tentato.
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 28/5/2009, 16:32




Giro, Scarponi vince a Benevento

Il russo Menchov resta in maglia rosa



Michele Scarponi ha vinto la 18.a tappa del Giro d'Italia, da Sulmona a Benevento per 182 chilometri. Per il corridore della Diquigiovanni-Androni è la seconda vittoria in questa 92.a edizione della corsa. Scarponi ha battuto in volata il gruppetto di fuggitivi, che ha lasciato il gruppo della maglia rosa a quattro minuti. Il russo Denis Menchov resta leader della classifica generale.

Dopo aver vinto a Mayrhofen, in Austria, Scarponi sul traguardo della città sannita ha preceduto il colombiano Felix Ravalo Cardenas, lo statunitense Danny Pate, il danese Lars Bak e l'ucraino Dmytro Grabovskyy.

Il suo successo è nato negli ultimi 300 metri dal traguardo, con Michele bravo a entrare prima negli otto corridori che a 15 chilometri dal traguardo si sono staccati da un manipolo di 25 che era in fuga dal 55° chilometro e che stava progressivamente perdendo terreno sui big.

"Non ci credevo tanto in partenza - ha ammesso Scarponi - . Ci sono stati diversi scatti, c'era molto vento, ma quando poi ho visto l'arrivo ho fatto il possibile per non farmi tagliare fuori e alla fine sono riuscito a vincere. Sono incredulo, pensavo di andare in fuga più venerdì. Poi ho cercato di stare davanti per cercare di andare in fuga, il circuito mi si addiceva e mi sono giocato la tappa".

Ora il calendario prevede l'ultimo arrivo in quota con la 19.a e terz'ultima tappa della corsa: la carovana partirà da Avellino per arrivare in cima al Vesuvio dopo 184 chilometri. Sarà l'occasione finale per Danilo Di Luca di tentare l'attacco alla maglia di Menchov.
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 31/5/2009, 23:46




Menchov: "Il giorno più bello"
Di Luca: "Complimenti a lui"



Il russo commosso: "Danilo ha reso più grande il mio successo, è stato un piacere combattere con lui". L'abruzzese: "Denis è stato bravissimo". appuntamento al 2010: si parte da Amsterdam



Dal gesto del "pistolero" di Alberto Contador all’urlo di rabbia di Denis Menchov sono passati dodici mesi e 21 tappe tiratissime, giocate sul filo dei secondi, degli abbuoni, delle cadute, delle alleanze mai nate. Il terzo russo in rosa sul podio del Giro, dopo Berzin e Tonkov, incide il suo nome sul trofeo nell’edizione del Centenario - quella più veloce della storia con la media di 40,126 km/h - chiudendo un duello ad altissima tensione agonistica con Danilo Di Luca, battuto per soli 41". "E’ il giorno più bello della mia vita - ha detto commosso l’uomo di Orel, 31 anni, che vive a Pamplona -. C’era un livello di partecipazione impressionante, dal punto di vista mediatico, del tifo e della qualità degli avversari. Danilo ha reso più grande il mio successo, gli ho detto che è stato un piacere combattere con lui, perché è un grande campione".

Danilo Di Luca è nato il 2 gennaio 1976. Reuters
Danilo Di Luca è nato il 2 gennaio 1976. Reuters

finale da brividi — Quando la crono conclusiva vinta da Konovalovas è finita da un pezzo sulla striscia d’asfalto e sanpietrini di fronte al Colosseo c’è ancora una riga. E’ il segno della caduta di Menchov a 900 metri dal traguardo. In quel momento il Giro è tornato in bilico, Di Luca si è incollato alla tv per seguire gli ultimi metri e subito dopo ha ascoltato con le sue orecchie l’urlo di rabbia e liberazione di Denis. "Un finale incredibile", per usare la parole di Stefano Garzelli. Di Luca racconta: "Dire che ci ho creduto è un po’ esagerato, però vederlo cadere mi ha fatto sobbalzare. Più che altro ci ho creduto all’inizio, quando mi hanno informato del vantaggio al primo intertempo - ha detto l’abruzzese, secondo dopo il trionfo del 2007 -. Mi sono mancate le gambe nel finale. Ho rischiato tanto, anche con la scelta della bici da strada ma Denis è stato bravissimo, è anche caduto. Complimenti a lui".

da napolitano — Dopo il cerimoniale del podio è stato il Presidente della Repubblica a consegnare il trofeo al russo della Rabobank davanti all’ingresso del Quirinale. Napolitano ha scambiato qualche parola con lui e anche con gli altri protagonisti della corsa rosa, giunti in bici dal Colosseo scortati dalla polizia stradale. Un finale dall’alto valore simbolico, in uno scenario incomparabile. Ideale per distendere il sorriso dopo tre settimane e 3456 chilometri di tensione. Nel 2010, tra il 6 e il 10 maggio, si partirà da Amsterdam, con Utrecht e Middelburg sedi di tappa. Sarà il Giro del "Cento più uno".
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 12/10/2009, 23:56




Addio a Frank Vandenbroucke
È deceduto in Senegal a 34 anni


Il ciclista belga morto in una camera d'albergo nel paese africano. Ancora ignote le cause del decesso: per i media belgi è stato stroncato da un'embolia polmonare


Il ciclista belga Frank Vandenbroucke è morto oggi in Senegal, all'età di 34 anni. Lo ha annunciato una fonte vicina al corridore, senza precisare le cause del decesso. "Frank è stato ritrovato morto in una camera d'albergo in Senegal, non si conoscono le cause del decesso", ha detto alla France Presse la fonte. Secondo alcuni media belgi, Vandenbroucke sarebbe rimasto vittima di un'embolia polmonare.



aveva tentato il suicidio — Considerato da molti osservatori il ciclista belga più dotato della sua generazione, Vdb, vincitore della classica Liegi-Bastogne-Liegi nel 1999, era poi stato coinvolto in vicende di doping e problemi personali. Nel 2005 aveva tentato il suicidio. In questi ultimi giorni, alla ricerca di una squadra, Vandenbroucke aveva assicurato di voler tornare a correre ed essere ancora in grado di vincere.

carriera tormentata — Vincitore di 55 gare in una carriera brillante ma tormentata, Vandenbroucke era in Senegal in vacanza. Il tentativo di suicidio nel 2005 aveva seguito la separazione dalla moglie e dalla figlia. "Sono andato a cercare la bottiglia (di vino) più cara della mia cantina, un Chateau Petrus 1961, ed ho brindato alla mia vita. Avevo chiesto consiglio ad un medico: con l'insulina doveva essere finita", aveva scritto nella sua autobiografia, pubblicata un anno fa. Aveva poi cercato altre volte di farla finita, l'ultima nel giugno 2008. Di recente aveva ammesso che "andava meglio", senza poter affermare di "esserne uscito". Nipote dell'ex ciclista e direttore sportivo Jean-Luc Vandenbroucke, Franck era alla ricerca di una squadra per la stagione 2010. In occasione degli ultimi Mondiali, a fine settembre, era apparso in buona salute: era andato a Mendrisio (Svizzera) come commentatore per mezzi di informazione belgi. La settimana scorsa aveva annunciato di voler riprendere l'attività agonistica e aveva chiesto ad Aldo Sassi, allenatore del campione del mondo Cadel Evans, di rimetterlo in forma. "Sto per partire per una vacanza in Senegal, sino alla fine del mese di ottobre, spero di trovare una nuova formazione", aveva detto pochi giorni fa.
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 2/1/2010, 12:54




Fausto Coppi a 50 anni dalla morte

Il mito che è diventato leggenda


Sono passati cinquant'anni eppure il ricordo di Fausto Coppi è ancora incredibilmente vivo. E se questo accade è solo perché la sua immagine e l'eco delle sue imprese sono ormai parte della nostra vita e della storia del nostro paese. La storia di Fausto è un romanzo che ha ispirato film, canzoni, un'infinità di libri in tutto il mondo che ci vorrebbe una biblioteca immensa per contenerli tutti.

La vita di un uomo semplice diventato leggenda. I nostri padri, i nonni, hanno ancora gli occhi lucidi quando parlano di Coppi e delle sue imprese e chissà quanti di loro portano il nome Fausto proprio grazie a lui. Ma anche i più giovani sentendo quel nome non possono che emozionarsi, perché anche dopo mezzo secolo il suo mito è ancora intatto.
Ed è qualcosa in più dei cinque giri d'Italia vinti, dei due Tour de France, del mondiale, delle grandi classiche, del record dell'ora, è il mito dell'uomo solo al comando che resiste al tempo, lo sconfigge e che vale mille volte più di un palmares strabiliante. E' la storia di un uomo straordinario prima che di un atleta immenso.
Ma non c'è solo lui, c'è anche Gino. Coppi e Bartali che dividevano l'Italia e la riunivano con le loro vittorie e con una rivalità intensa fatta di attacchi ma anche di stima e rispetto, quando il ciclismo ancora più del calcio faceva battere il cuore della gente. Il cuore di fausto ha smesso di battere il 2 gennaio di 50 anni fa.
E' morto di malaria e il vero mistero è come abbiano potuto i medici di allora fallire una diagnosi così elementare. Quel giorno l'Italia si è fermata per lui e per quella vita che con una cura semplice poteva essere salvata. L'airone ha chiuso le ali per sempre e l'Italia da cinquant'anni lo porta nell'anima con lo stesso incurabile affetto.
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 8/2/2010, 02:22




Ciclismo, morto il ct Ballerini

Vittima di un incidente in un rally



Tremendo lutto per il mondo del ciclismo e di tutto lo sport italiano. Franco Ballerini, 45 anni, ct della nazionale azzurra di ciclismo, è morto in seguito a un brutto incidente occorsogli mentre partecipava come navigatore di Alessandro Ciardi al rally di Larciano. Immediatamente dopo l'impatto, Ballerini era stato portato all'ospedale di Pistoia, dove è però giunto morto. Da ct ha vinto quattro medaglie d'oro ai Mondiali e una alle Olimpiadi.

Ballerini era nato a Firenze l'11 dicembre 1964. Dal 2001 era commissario tecnico della nazionale azzurra di ciclismo. Il rally era una passione cominciata a coltivare circa due anni fa con Paolo Bettini, campione mondiale e olimpico di ciclismo. La salma dell'ex ct è stata portata all'Ospedale del Ceppo di Pistoia, dove Ballerini era stato ricoverato dopo lo schianto, ma era giunto al nosocomio già morto. Alessandro Ciardi, il pilota della Renault New Clio della scuderia Alex Group al cui fianco viaggiava il ct azzurro ha riportato la frattura del bacino e non è in pericolo di vita.

L'incidente è avvenuto poco prima delle 9 in località Casa al Vento nel comune di Serravalle Pistoiese. L'auto della coppia, una Renault Clio R3, si è schiantata contro il muro di una villa all' uscita di una curva, in un tratto di strada collinare. La Clio ha urtato contro il muro con il fianco destro, dalla parte di Ballerini, e poi è finita su un terrapieno. Ballerini sarebbe morto sul colpo. L'incidente è avvenuto durante la prima prova speciale della gara. Ciardi e Ballerini erano in gara con il numero 10. La famiglia di Franco Ballerini ha intanto autorizzato l'espianto degli organi. Secondo quanto appreso da fonti sanitarie, è quindi stato possibile effettuare il prelievo dei tessuti (cute e cornee) ma, per ragioni cliniche, non degli altri organi.

BETTINI: "HO PERSO UN FRATELLO"
Tra i più sconvolti per la morte di Ballerini c'è ovviamente Paolo Bettini, campione olimpico e due volte campione del mondo proprio sotto la guida dell'ex ct: "Ho perso un grande amico, anzi un fratello", ha commentato. "Ballerini ha rischiato la vita mille volte in corsa. Correva la Roubaix senza casco, si buttava in discesa sulle strade delle Dolomiti e non ha mai avuto problemi. Il destino lo ha preso ora in un momento di divertimento in cui coltivava la sua passione per i motori. E' stato lui ad avvicinarmi al mondo dei rally (i due hanno disputato sei gare insieme ndr). Se c'era una cosa a cui Franco teneva era la sicurezza. Mai un azzardo". Bettini, appresa la notizia della morte del ct ha raggiunto l'ospedale di Pistoia dove si trova la salma di Ballerini.

"Con lui abbiamo iniziato a correre quando eravamo giovani, abbiamo cominciato e finito la carriera insieme", ha detto invece Gianni Bugno, segretario dell'Associazione dei corridori italiani. "Sapevo di questa sua passione per le macchine, ma non mi sarei mai aspettato una notizia come quella di stamattina. Come ct della nazionale ha avuto i suoi risultati migliori, ha avuto grandi corridori ma li ha saputi gestire in maniera egregia".

CIPOLLINI: NON RIESCO A REALIZZARE
''Sono totalmente incapace di realizzare che Franco e' morto. Sto provando una rimozione inconscia della realta', come se qualche salva-vita potesse riportarlo in vita. Mi vengono in mente i tanti momenti di gioia che abbiamo vissuto insieme e in particolare quel giorno a Zolder, nel 2002, quando con la sua regia costrui' per me la tattica e la squadra per regalarmi il titolo mondiale''. Così, un commosso Mario Cipollini ricorda l'amico Franco Ballerini. ''Ogni atleta di alto livello come Franco cerca sempre nuovi stimoli, anche dopo l'attivita' agonistica, ha bisogno di sentirsi sempre competitivo, cosi' mi spiegava la sua passione per i rally. Aveva ancora adrenalina - dice Cipollini - e lui la esprimeva, al di la' dell' impegno come ct della nazionale, nelle corse automobilistiche''.

MARTINI: "ERA COME UN FIGLIO"
''Era come un figlio per me, come un parente stretto per la mia famiglia''. Con queste parole Alfredo Martini 'storico' commissario tecnico della nazionale di ciclismo ricorda Franco Ballerini. Martini e' stato fra i primi ad accorrere all'ospedale del Ceppo di Pistoia dov'e' composta la salma. ''Dovevamo recarci a Prato per festeggiare il novantesimo compleanno di Giovanni Corrieri, mitico gregario di Bartali, ma siamo stati costretti a rinunciare per essere qui, vicini a Franco'' racconta Martini. ''Ballerini - prosegue Martini - non mancava di passare da casa mia due o tre volte alla settimana: un caffe', un saluto, due chiacchiere. Per le nostre nipoti era diventato uno di famiglia''. Martini ricorda un retroscena dell'approdo di Ballerini alla guida della nazionale, dove arrivo' dopo il triennio con Antonio Fusi sull'ammiraglia azzurra. ''Quando il presidente federale Giancarlo Ceruti mi chiese un consiglio su chi scegliere per la successione di Fusi, gli risposi: non daro' una rosa, ma un nome solo. Ballerini''.

LIPPI: "SONO CROLLATO"
''Franco e io eravamo amici: quando stamattina ho saputo della sua tragedia sono crollato''. E' un Marcello Lippi scosso quello che commenta la morte di Franco Ballerini, un altro ct azzurro vincente come lui ma soprattutto un compagno di chiacchierate sportive e non. ''E' una tragedia enorme - dice il commissario tecnico della nazionale di calcio - ci eravamo sentiti la settimana scorsa''.
 
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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 10/2/2010, 00:03




Ballerini: folla e commozione

Celebrati i funerali del c.t.


Centinaia di persone assiepate nella chiesa di Casalguidi, sagrato gremito anche da ciclisti venuti da mezza Italia: tutti accomunati da un'unica, grande commozione. I funerali di Franco Ballerini, il c.t. del ciclismo tragicamente scomparso domenica, sono stati celebrati nel suo paese, raggiunto ovviamente anche dai vertici federali e da molti personaggi delle due ruote. Sul feretro la maglia olimpica, quella della Nazionale e quella iridata

Tra i tanti, tantissimi partecipanti legati al mondo del ciclismo anche Paolo Pantani, il papà di Marco: "Sono stati due ciclisti onesti. Adesso sono insieme in Paradiso - ha detto - Franco è stato molto vicino a Marco nei momenti di difficoltà. Ci scommetto, saranno insieme". Tanti e commossi i messaggi lasciati sui libri ad memoriam, tra questi la lettera di un ciclista, collega di Ballerini, che scrive: ''Il mio impegno sarà diffondere i tanti tuoi messaggi. Lo farò per te, per me, per i tanti ragazzi che meritano di conoscere il vero Ballero, quello della Roubaix, quella della dolcezza, quella vera amicizia''.

Presenti Moser, Saronni, Gimondi e Loretto Petrucci sono arrivati Cipollini e Bugno, Corti, Saligoli, Bazzi, Martinelli e Fondriest, Scarponi, Tafi, Zanini, Sciuto e Paola Pezzo. Sempre presente, addoloratissimo e in disparte, Paolo Bettini indicato come successore di Ballerini alla guida della compagine azzurra. Anche il patron della Mapei Giorgio Squinzi e' arrivato per un commosso 'arrivederci'. Presente anche Mario Galbusera, patron della Lampre.

Mentre venivano tenute le esequie, molte le testimonianze di partecipazione e di solidarietà alla famiglia. Al Torneo giovanile di Viareggio è stato osservato un minuto di silenzio prima dell'inizio delle gare degli ottavi di finale.
 
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58 replies since 20/4/2007, 07:47   646 views
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