OLIMPIADI 2008

« Older   Newer »
  Share  
Ricardo Kakà 22
view post Posted on 18/8/2008, 19:11




Pugilato: Cammarelle in semifinale

Nei supermassimi c'è la sicurezza di un'altra medaglia azzurra


Roberto Cammarelle accede alla semifinale del torneo olimpico di pugilato, categoria pesi supermassimi, battendo il colombiano Oscar Rivas. L'azzurro si è così garantito la conquista di una medaglia, visto che nel pugilato non si disputa la finale per il terzo posto e si assegna il bronzo a entrambi gli sconfitti delle semifinali. Roberto Cammarelle affronterà nella semifinale, in programma, venerdì, il britannico David Price, che in semifinale ha battuto il lituano Jaksto.

"Medaglia sicura? Non mi interessa, per me questo è solo un passaggio al turno successivo". Lo ha dichiarato Roberto Cammarelle poco dopo essere approdato in semifinale e quindi essersi garantito almeno il bronzo. Ma la squadra azzurra punta alla medaglia più pregiata, che manca da molto tempo ai colori azzurri: "Mi dispiace, non sarò il primo ma il primo sarà Russo, io verrò subito dopo". Grande soddisfazione è stata espressa anche dal ct Francesco Damiani: "Se mi accontento di due bronzi? Dobbiamo andare molto più in là, altrimenti per noi sarebbe un fallimento, io devo portarli almeno in finale".
 
Top
Luisa22
view post Posted on 18/8/2008, 19:25




Fede atterra senza l'oro. È in valigia a Parigi...

Incauta decisione della campionessa olimpica che all'arrivo all'aeroporto di Verona ha rivelato di aver messo la preziosa medaglia nel bagaglio, rimasto... in Francia


VERONA, 18 agosto 2008 - Diciamo la verità, Federica Pellegrini non ha proprio avuto una grande idea. È noto infatti che quando si viaggia in aereo per ragioni di sicurezza i valori più preziosi si portano con sé nel bagaglio a mano. La campionessa olimpica dei 200 stile libero ha invece lasciato la medaglia d'oro appena vinta nella valigia che è però stata imbarcata nella stiva. E siccome non si è trattato di un volo diretto per Verona ecco che all'arrivo in Italia ha candidamente rivelato che "la medaglia è rimasta a Parigi assieme ai bagagli, ce li spediranno".
DISPETTO? - Accompagnata dal fidanzato e compagno di nazionale Luca Marin e dal commissario tecnico azzurro Alberto Castagnetti, la nuotatrice veneziana è stata accolta da grandi applausi all'aeroporto "Valerio Catullo" dove ha trovato ad attenderla i genitori. "È un mese che non la vedo - ha commentato la mamma Cinzia - e dovremo aspettare un altro mese e mezzo prima che Fede torni a casa a Spinea". "Per la festa il mio paese dovrà aspettare - ha ribadito Federica - portate pazienza e lasciatemi godere un po' di relax dopo le Olimpiadi. Penso di meritarmelo". Purché la medaglia arrivi. C'è da sperare che allo smistamento bagagli parigino non ci sia qualche addetto troppo tifoso di Laure Manaudou ansioso di farle un dispetto...
 
Top
Luisa22
view post Posted on 18/8/2008, 20:00




Isinbayeva, che bel record: "Posso salire a 5.15-5.20"

La straordinaria prova della russa che sale a 5.05 ha riconciliato il pubblico di casa con le gare, dopo il ritiro dell'idolo Liu Xiang nei 110 ostacoli. "Ma il mio obiettivo resta il record di 35 primati di Bubka"


PECHINO, 18 agosto 2008 - Due soli salti: è quanto è servito a Yelena Isinbayeva per diventare campionessa olimpica. 4.70 saltato al primo tentativo e poi 4.85 anche in un solo colpo. Ma è stata la sola a riuscirci e quindi non è servito altro per il titolo olimpico. Questa la prima pietra, tanto per sfatare il filmato “porta-sfortuna” del Cio, con la russa ad essere l’unica atleta, tra i "testimonial" scelti dal Cio per questi Giochi, ad interrompere l’incredibile catena di disavventure che ha colpito quelli che dovevano essere gli eroi delle XXIX Olimpiadi (Gebrselassie, Vanessa Ferrari, Federer, Manaudou, Liu Xiang, Yao Ming e Tyson Gay). Il resto, quello che avviene dopo aver ottenuto l’oro olimpico è solo "puro divertimento". Già per il record olimpico di 4.95 ha avuto bisogno di tre tentativi. Ma la felicità del suo nuovo titolo olimpico sembrava averle tolto la concentrazione necessaria per raggiungere il suo 25° record del mondo (tra aperto e indoor), anche se di certo non la voglia.
BUBKA - Sentitela: "Avere lo stadio tutto per me, a gara finita, era una sensazione super, mi sembrava di essere un'attrice. Ho davvero avuto l'impressione di avere un mio pubblico. Mi dicevo: "Sono veduti per vederti, pensato tutti che tu puoi battere il record. Ero molto tesa, non li volevo deludere". Nei primi due tentativi a 5.05 l’impressione era che Isinbayeva dovesse tornare a casa solo con la soddisfazione di aver superato Bubka negli ori olimpici (2 per lei, 1 per l’ucraino). Oro che probabilmente non sarà neanche l’ultimo. Però appunto si trattava di un’impressione sbagliata, anche se dal suo sguardo pareva che lei fosse la prima a non crederci più di tanto. Solo che a volte basta la voglia ed il talento che, si sa, in lei ce n'è da vendere, per raggiungere risultati straordinari. "Non so dove posso arrivare. Ma voglio continuare a dare il meglio di me in tutte le gare. Secondo Vitaly (Petrov, il suo allenatore, ndr) posso arrivare a 5.15-5.20 e io credo a quanto mi dice. Il mio obiettivo è battere il record di record del mondo di Bubka: lui ne ha collezionati 35, io sono a 25".
SERENITA' - E' bastato quindi il desiderio di rendere felice un pubblico già deluso in giornata dall’infortunio del beniamino Liu. A questo, è ovvio, va aggiunto il suo straordinario talento. Il tutto ha creato la pozione magica sufficiente a superare l'asticella, anche se proprio di un soffio. Lei non si è mai data per battuta e non ha deluso le attese e fatto sorridere di nuovo la gente grazie alla sua impresa. Un'impresa emozionante anche per come è avvenuta, con l'asticella rimasta lì per poco, appena sfiorata. Un salto non di quelli puliti, pieni di "luce" (lo spazio tra il corpo dell'atleta e l'asticella) ma è quanto serve a volte per dare vere emozioni. E anche se con tre tentativi, sul 5.05 Isinbayeva ha saputo sempre divertirsi (lo si è visto dalla sua gioia finale ma anche dallo sguardo pacifico e sorridente prima di ogni salto) e far divertire con un nuovo record del mondo, il terzo quest’anno all’aperto.





Italia distratta ma vincente. Ora ai quarti la Polonia

Gli uomini di Anastasi, già qualificati ai quarti del torneo olimpico, superano la Cina 3-2 in un match caratterizzato da numerosi errori. Il prossimo impegno, mercoledì alle 6 italiane. In semifinale potremmo incrociare il Brasile

image

PECHINO, 18 agosto 2008 - Nel Capital Gumnasium di Pechino quarta vittoria per l'Italia che batte la Cina al tie-break e chiude al secondo posto posto del girone la prima fase del torneo olimpico. Anastasi ha concesso un turno di riposo a Vermiglio, in campo Meoni e Zlatanov, il libero è ancora una volta Paparoni. Il resto delle scelte è praticamente obbligato, con Fei e Corsano infortunati, Mastrangelo in recupero e in campo dal finale del terzo set fino alla fine. Contro la Cina (battuta dieci volte di fila nelle ultime 10 sfide) doveva essere poco più di una formalità per gli azzurri già qualificati ai quarti e in attesa di sapere dal sorteggio chi tra Polonia o Russia sarà il prossimo avversario. Invece gli azzurri si sono fatti rimontare dal vantaggio due set a zero e hanno dovuto faticare fino al tie-break.
LA PARTITA - Il primo set è scivolato via senza intoppi, con quattro muri, con Gavotto e Birarelli nelle vesti di trascinatori (6 punti a testa). Qualche distrazione nel secondo, dopo un avvio firmato dalla coppia Gavotto-Martino. I 12 mila del Capital di scatenano quando il centrale Yu Dawei riporta sotto la Cina fino al 17 pari e poi al 22-23, è però Matteo Martino, il baby della spedizione azzurra a prendersi la responsabilità delle due ultime schiacciate, messe a terra senza paura per il 25-23 finale. Con le battute di Zlatanov e le mani di Meoni ad armare i centrali decidono l'avvio del terzo set con un 8-4. Qualche errore di troppo in attacco tiene in corsa la Cina, che resta attaccata nel punteggio, mette la testa avanti 19-17 e non si fa più prendere, complici anche le distrazioni azzurre. Con Gavotto in difficoltà in attacco, Anastasi punta sulla carta Cisolla opposto, ma è sempre la Cina a condurre fino al 25-20 finale. Nel tie-break un muro di Meoni rompe l'equilibrio e vale il 6-4, la Cina resta in corsa fino al 10 pari poi cede travolta da un grande Zlatanov (28 punti). Dopo l'ultima gara della giornata (il programma si chiude con Stati Uniti-Giappone, alle 16.30 italiane), il sorteggio dei quarti in campo da mercoledì ci ha regalato la Polonia. Dovessimo qualificarci per la semifinale, ci toccherà la vincente della partita tra Brasile e Cina.
Cina Italia 2-3 (17-25, 23-25, 25-21, 25-20, 14-16)




Evvai forse torna Fei con la Polonia ma speriamo di non incontrare il Brasile!
 
Top
Ricardo Kakà 22
view post Posted on 19/8/2008, 11:51




Vela, Romero vince il bronzo

Olimpiade, terzo nella classe Laser


L'azzurro Diego Romero è arrivato terzo nella classe Laser di vela conquistando la medaglia di bronzo. Oro al britannico Paul Goodison, argento allo sloveno Vasilij Zbogar.Quella di Romero è la diciannovesima medaglia conquistata dall'Italia in questa edizione dei Giochi, la settima di bronzo. Nel medagliere azzurro anche sei ori ed altrettanti argenti.


La conclusiva medal race è stata disputata con vento da appena 6 nodi e in calo sul percorso. Romero, che era quinto lunedì, ha conquistato il terzo posto in rimonta.

Romero, nativo di Cordoba, classe 1974, regala al'Italia il settimo bronzo. "Ho dimostrato che a volte anche le cose impossibili succedono! Sono contentissimo e sereno, lo volevo, me l'aspettavo, sono stato bene tutta la settimana e sentivo di potercela fare. Adesso voglio l'oro nel 2012!". E' ovviamente euforico. "Voglio dire grazie a chi in Italia mi ha dato fiducia e sono felice di averla ripagata - ha aggiunto l'italo-argentino -. Sono contento anche per la squadra italiana, che meritava di salire sul podio". Soddisfatto per il bronzo ottenuto da Romero anche il presidente federale Sergio Gaibisso: "Così è la vita, così vanno le Olimpiadi: ci voleva questa medaglia dopo quello che è successo nei 49er ai Sibello e dopo che altre classi hanno chiuso un po' sotto alle aspettative. Romero - prosegue Gaibisso - è stato bravissimo tutta la settimana e straordinario nella Medal Race. Una medaglia che vale in una classe difficile. E' stato anche premiato il suo lavoro, il suo impegno nella preparazione".

Alessandra Sensini è scesa dal primo al secondo posto nella classifica generale della classe RS:X alle regate olimpiche di Qingdao. La grossetana nell'ultima, disputata con vento da 7 nodi da est, si è piazzata solo ottava, recuperando dopo una brutta partenza in seguito alla quale era quattordicesima alla prima boa. Primo posto al traguardo alla cinese Yin Jian, che è così tornata al comando.
 
Top
Ricardo Kakà 22
view post Posted on 19/8/2008, 16:56




Calcio: Argentina in finale
Olimpiadi, Brasile umiliato 3-0

L'Argentina schianta il Brasile nella semifinale olimpica. Un 3-0 che non lascia dubbi sull'andamento della partita che ha visto i verdeoro quasi impotenti di fronte all'organizzazione degli avversari e vittime del proprio ritmo eccessivamente lento. Dinho e compagni non riescono mai a rendersi pericolosi. Nella ripresa l'uno-due di Aguero annichilisce i brasiliani. Riquelme dal dischetto firma il 3-0.


Dopo un primo tempo equilibrato, con il Brasile che faceva uno sterile possesso palla e l'Argentina che si rendeva pericolosa in contropiede, nella ripresa la partita ha preso un orientamento ben preciso: il primo gol di Aguero è stata la svolta. Il Brasile ha abbozzato una reazione che però è stata immediatamente stroncata dalla seconda rete dell'attaccante dell'Atletico Madrid che si è confermato splendido opportunista. L'ingresso di Pato ha dato un pò di vivacità al Brasile, ma la punta milanista non è andata oltre ad un gol annulato per offside. Il gol invalidato, unito alla frustrazione per i due pali colpiti da Sobis e Ronaldinho, ha fatto saltare i nervi ai verdeoro: Breno ha ingenuamente commesso fallo su Aguero, regalando un rigore (poi trasformato da Riquelme) all'Argentina. Lucas e Neves, poi, hanno cercato di farsi giustizia su Mascherano ma hanno rimediato solo due rossi diretti.


ARGENTINA: Romero 6; Zabaleta 6,5, Garay 6,5, Pareja 6, Monzon 5,5; Gago 6,5, Mascherano 7, Di Maria 7; Messi 6,5, Riquelme 5,5 (90' J. Sosa s.v.); Aguero 7,5. (4-3-2-1) All: Batista 7.
BRASILE: Diego Alves 5,5; Rafinha 6, Alex Silva 6,5, Breno 4,5, Marcelo 5,5; Hernanes 5,5 (60' Thiago Neves 5), Lucas 5,5, Anderson 6; Diego 4 (70' Jo 5,5); Ronaldinho 5, Sobis 6 (60' Pato 6). (4-3-1-2) All: Dunga 5.
Arbitro: Vazquez (URU) 6,5
MARCATORI: Aguero 52' (ARG), Aguero 58' (ARG), 75' Riquelme (rig.) (ARG)
AMMONITI: Zabaleta (ARG), Breno (BRA), Hernanes (BRA), Pareja (ARG), Di Maria (ARG), Anderson (BRA)
ESPULSI: 80' Lucas (BRA), 90' Thiago Neves


LA PARTITA

90+1 Triplice fischio. Brasile travolto. Lungo abbraccio in mezzo al campo tra Messi e Dinho
87' Voragini nella difesa verdeoro. Messi chiuso in angolo all'ultimo da Anderson
84' Thiago Neves: fallo di frustrazione ancora su Mascherano. Rosso diretto. Provvedimento severo. Il Brasile in nove
80' Lucas ferma con un tackle da dietro la folata centrale di Mascherano: rosso diretto. Il Brasile crolla
75' GOL ARGENTINA Rigore centrale di Riquelme
75' Breno goffamente su Aguero che si lascia cadere: rigore per l'Argentina
73' Ennesimo fallo di Breno su Messi. Riquelme calcia male la punizione dal lato corto dell'area
72' Buono scambio Dinho-Pato. La conclusione del secondo è però troppo debole: Romero blocca
70' Messi semina il panico in area brasiliana. Lo ferma con decisione Alex Silva. Uno spento Diego lascia il posto a Jo
67' Il Brasile non riesce a riprendersi dal terrificante uno - due di Aguero. I due pali colpiti e l'atteggiamento ostruzionistico dell'Argentina contribuiscono ad accrescere la frustrazione dei verdeoro
66' Anderson affonda Mascherano e viene ammonito
63' La punizione di Dinho si stampa sul palo, susseguente tiro di Diego, la palla arriva a Pato che insacca. Ma il gol è annullato per fuorigioco
63' Ronaldinho calcia sulla barriera ma l'arbitro fa inspiegabilmente ripetere, ammonendo Di Maria
62' Pareja entra durissimo su Diego: giallo e punizione dal limite per il Brasile
60' Pato e Thiago Neves rilevano Hernanes e Sobis. Nel frattempo serve il ghiaccio spray per il polpaccio sinistro di uno dei guardalinee
59' Per il brasile, sin qui punito oltre i propri demeriti, si scalda Pato
58' GOL ARGENTINA Ancora Aguero, in posizione dubbia, devia da pochi passi un tiro senza pretese di Gago e firma il 2-0 per l'Argentina
55' Cross velenoso di Rafinha che per poco non sorprende Romero. Il Brasile cerca di accelerare il ritmo di gioco
53' Il Brasile si riscuote: un cross di Rafinha mette in difficoltà Romero che, subito dopo, è salvato dal palo a seguito di un tiro da fuori di Sobis
52' GOL ARGENTINA: Aguero si avventa su un tiro-cross di Di Maria e spinge la palla in rete da pochi passi
50' Bella imbeccata di Riquelme per Aguero che, però, viene rimontato e chiuso da tre avversari
46' Comincia il secondo tempo. Non ci sono cambi. Riquelme parla fitto con Messi prima di riprendere il gioco

45'+1 Termina un primo tempo tutt'altro che esaltante. Messi è imbrigliato dai difensori brasiliani, Ronaldinho va al piccolo trotto ed agisce lontanissimo dalla porta. Quasi fosse un regista avanzato
42' Hernanes prova dalla distanza, ma il suo sinistro è abbondantemente alto
36' La partita non decolla. Il Brasile fa più possesso, l'Argentina agisce di rimessa
33' Bel cross di Marcelo, Sobis non ci arriva
30' Brutto fallo di Hernanes sul vertice destro dell'area di rigore: giallo. Riquelme spreca la punizione. La palla arriva comunque a Messi che, dal lato corto dell'area piccola, rimette al centro ma non trova nessun compagno pronto per il tap-in
28' Marcelo punta Zabaleta e crossa in mezzo ma non ci sono attaccanti brasiliani in area
26' Pareja tocca duro Sobis sul lato corto dell'area di rigore. L'arbitro lascia correre ma la punta brasiliana ha bisogno del soccorso medico
19' Punizione innocua di Riquelme
17' Brasile falloso. Breno duro su Aguero: giallo
15' Scintille in area tra Breno e Pajera. Attento l'arbitro Vazquez che li richiama
15' Percussione centrale di Gago chiuso in angolo da Alex Silva
11' Pronta risposta argentina: Aguero si incunea in area ma chiude troppo col sinistro
11': Potente percussione di Rafinha che, saltato Monzon, effettua un tiro-cross su cui Sobis non arriva
6': Innocuo diagonale di Rafael Sobis che si spegne alla destra di Romero
6': Ammonito Zabaleta
1': Calcio d'inizio
 
Top
Luisa22
view post Posted on 20/8/2008, 13:32




L'Italvolley è in semifinale

I ragazzi di Anastasi battono al tie-break (25-19, 25-22, 18-25, 26-28, 17-15) la Polonia e si avvicinano a una medaglia: ora affronteranno la vincente di Brasile-Cina


PECHINO, 20 agosto 2008 - E' semifinale per l'Italia maschile che batte la Polonia 3-2 al termine di una partita incredibile. Gli azzurri di Anastasi sono andati in vantaggio due set a zero, hanno avuto a disposizione due match point nel quarto. Hanno ceduto il 3° e 4° set e hanno chiuso 17-15 al tie-break. L'avversario uscirà dalla sfida Brasile-Cina.
CHE PARTENZA - Anastasi comincia con la coppia di schiacciatori Martino-Cisolla, Gavotto opposto, al centro Bovolenta e Birarelli, Vermiglio alzatore e Corsano di ritorno dopo due partite di stop. Il primo set è dell’Italia, che si appoggia a Gavotto e Bovolenta e scava il primo vantaggio sull’11-8. L’altro break arriva con Cisolla in battuta, fino al 23-17 che la Polonia di Lozano non riesce più a recuperare fino al 25-19 finale. La reazione dei polacchi arriva nel secondo parziale, le battute di Wlazly mandano in tilt la ricezione azzurra che finisce sotto 8-12. Due muri di Cisolla su Wlazly rimettono in carreggiata l’Italia, che va al secondo time out sotto 15-16. Cisolla è imprendibile per il muro polacco, Martino firma il 22-21 e i polacchi si ingarbugliano: Mozdzonek appena entrato sbaglia, Vermiglio mura Swiderski e un errore dello schiacciatore di Macerata vale il 25-22 azzurro.
REAZIONE POLACCA - Lozano cambia nel terzo set, Wika e Mozdzonek per Plinski e Woicki. La Polonia va sull’8-6, sale in attacco con Wlazly e soprattutto comincia a fermare a muro gli schiacciatori azzurri, con Vermiglio in difficoltà. Il momento chiave è quando l’Italia si avvicina fino al 13-14, poi arrivano un errore in battuta e due muri su Gavotto e Cisolla che lanciano i polacchi. Nemmeno l’ingresso di Zlatanov cambia qualcosa, è 25-18 per loro. E qui sembra finire la partita dell'Italia, che va sotto 0-4 nel secondo set e come era successo ieri nonostante una reazione che porta fino all'11-12, è la Polonia a riprendere il largo, con Wlazly e Winiarski: 18-14. Il turno in battuta di Mastrangelo avvicina di nuovo gli azzurri: 20-21 che vanno 22-21 e poi tornano sotto 22-24, qui Bovo e un doppio errore di Wlazly valgono un match point. Annullato dallo stesso opposto polacco. Il secondo se lo guadagna Cisolla: 26-25, salvato da Mozdzonek. E la Polonia chiude 28-26 con un ace di Winiarski.
IN VOLATA - Nel tie-break l'Italia va sull'11-8, con Bovolenta e Gavotto. Ma i polacchi non mollano e risalgono con Wlazly fino al 12 pari. Il terzo match point per l'Italia è sul 14-13, il quarto sul 15-14, sempre annullati da Wlazly. Ma al quinto tentativo è Martino a mettere a terra la palla che vale la semifinale.

Sensini, argento capolavoro

Nella vela, specialità Rs:x, Alessandra conquista il secondo posto alle spalle della cinese Jin Yan: è la quarta medaglia olimpica dopo l'oro di Sydney e i bronzi di Atlanta ed Atene


QINGDAO, 20 agosto 2008 – Non è bastato ad Alessandra Sensini vincere la medal race corsa con quasi 10 nodi di vento andati a calare sul finale, per portare a casa la medaglia d’oro. La surfista grossetana è medaglia d’argento senza rimpianti nella classe RS:X perché la cinese Jian Yin con un grande recupero dopo una cattiva partenza è riuscita a piazzarsi al terzo posto alle spalle dellìinglese Shaw. La Sensini ha tagliato il traguardo alle 13 e 45 locali. Un solo punto divide le due atlete nella classifica finale.
PENALITA' DECISIVA - Alla penultima boa del percorso prima del traguardo la Sensini sembrava avere la medaglia d’oro al collo. Prima del via aveva 5 punti da recuperare sulla cinese e in quel momento tra l’italiana e la cinese navigavano sia l’inglese Shaw che la spagnola Alabau. Nella medal race il punteggio è doppio, quindi la cinese in quel momento era un punto dietro la Sensini. Nel passaggio in boa però la spagnola tentava un improbabile “sorpasso” ai danni dell’inglese. Lei stessa richiamava l’attenzione della giuria che seguiva a pochi metri. La mossa si rivelava un clamoroso autogol per l’Alabau, ma soprattutto costava alla Sensini l’oro perché la giuria costringeva la spagnola alla penalità (un giro su stessa) grazie alla quale la cinese riusciva a superarla. Impotente la Sensini osservava tutto. Per la Yin il terzo posto valeva appunto l’oro con un solo punto di vantaggio sulla Sensini e l’inglese Shaw prendeva il bronzo, 5 punti oltre la poppa dell’italiana.
SENZA RIMPIANTI - Appena scesa a terra la Sensini ha trovato ad accoglierla Diego Romero, ieri bronzo nei Laser, insieme hanno fatto il tradizionale bagno, prima materiale nel porto, poi di gioia, circondata dall’affetto del resto della squadra italiana. “Non ho rimpianti - ha detto subito dopo la Sensini - ho dato il massimo e ho vinto la regata, il resto non dipendeva da me”. Alla Sensini, vincitrice dell’oro a Sydney e della medaglia di bronzo a Savannah (1996) e Atene (2004), mancava l’argento nella sua privata collezione di medaglie olimpiche. “Questo ne fa - ha detto commosso il presidente della Fiv Sergio Gaibisso - la più grande velista italiana di tutti i tempi”. E’ la terza volta nella storia che l’Italia vince due medaglie nella stessa edizione dei Giochi: era accaduto anche ad Acapulco 1968 e a Sydney 2000.

Picardi vola in semifinale. Un'altra medaglia sicura

L'italiano sconfigge 7-5 il tunisino Cherif ai quarti della categoria 51 kg. Dopo Russo e Cammarelle, un terzo azzurro del pugilato sul podio. Domani la sfida al thailandese Somijit


PECHINO, 20 agosto 2008 - Vincenzo Picardi, bronzo mondiale in carica nella categoria dei 51 kg, regala la terza medaglia alla spedizione azzurra di pugilato, che sta assumendo contorni trionfali in attesa che i bronzi virtuali suo, di Russo e Cammarelle possano trasformarsi in qualcosa di più pregiato.
BUON INIZIO - E’ il tunisino Cherif a prendere l’iniziativa, provando a stanare l’azzurro molto mobile sulle gambe: Picardi arretra sulle offensive del rivale e poi è rapido a passare sotto i suoi colpi, anche se il round offre poche emozioni se non il destro d’incontro con cui il campano mette in cascina l’unico punto della prima frazione.
PENALIZZATO - Con la stessa tattica, Picardi incamera velocemente altri due punti all’inizio della ripresa, prima di subire un bel destro. L’italiano pare in controllo della situazione, ma l’arbitro con molta pignoleria gli affibbia un richiamo (due punti di penalità) per trattenuta. L’episodio negativo ha il potere di svuotare di energie, più mentali che fisiche, la boxe tattica dell’azzurro, che perde improvvisamente velocità di gambe e di esecuzione. La sfida diventa una sorta di confuso duello rusticano con molte schermaglie corpo a corpo, pericolose perché caricano il tunisino e ne esaltano la tecnica decisamente inferiore.
EQUILIBRIO - Si prosegue infatti sul filo di un sottile equilibrio, per fortuna Picardi non va mai sotto nel punteggio anche se subisce gli attacchi scomposti del rivale, fino a quando sul 5-5 ritrova il bandolo e la tranquillità per toccare due volte in modo pulito e issarsi sul 7-5 a trenta secondi dalla fine, punteggio che non cambierà e gli offrirà l’ingresso nella semifinale di venerdì contro il thailandese Jongjohor, con cui perse ai Mondiali. "Alla fine - racconterà felicissimo - ho dovuto accettare la battaglia perché ero stanco, ma penso di aver dimostrato di avere cuore: dedico la medaglia alla mia famiglia". Un’impresa festeggiata con l’uscita dal quadrato sulle spalle di un raggiante Francesco Damiani.
 
Top
Do11~
view post Posted on 20/8/2008, 14:10




forza paparoni!!
 
Top
Luisa22
view post Posted on 21/8/2008, 12:33




Brava Rigaudo: bronzo

La piemontese chiude terza la 20 km di marcia dietro la russa Kaniskina e la norvegese Plaetzer. Gara intelligente per Elisa, prima medaglia per l'Italia nell'atletica a Pechino


PECHINO, 21 agosto 2008 - La marcia regala all’Italia una nuova medaglia olimpica. Questa volta è stata Elisa Rigaudo a portare a casa il bronzo dopo una gara condotta in maniera perfetta ed intelligente nella 20 km.
RIMONTA - Partita la Kaniskina, fin dai primi metri, in solitario (su ritmi da 4 minuti e 15 secondi a km) le avversarie si sono date battaglia per le altre medaglie. Con la russa che faceva gara a sé, premiata con l’oro, nel gruppo delle inseguitrici era la bielorussa Turava a fare la differenza con strappi decisi e forzati. Ai 10 km Elisa Rigaudo sembrava battuta, navigando tra la nona e la decima posizione. Ma sia per le condizioni atmosferiche positive, visto che la cuneense preferisce il clima fresco e non disdegna la pioggia, caduta per tutto il lungo della gara, sia per l’ottima tattica di gara ha poi recuperato posizione su posizione fino a superare la spagnola Varga ad un chilometro dall’arrivo.
REGOLARITA' - Rigaudo, arrivata terza dietro anche alla norvegese Platzer, ha quindi confermato l’ottimo stato di forma con una gara condotta sui suoi ritmi che le hanno permesso di avere ancora energie nel finale: "Sono stata regolare, sentivo i consigli di Sandro Damilano (l’allenatore) che mi diceva di tenere il ritmo di 8’40” a giro (circa 4’20” a km) dal 10km in poi. E così ho fatto. Lui mi diceva che se continuavo così sarei arrivata a medaglia. Ma solo entrando nello stadio, vedendo l’arrivo, ho capito che ce l’avevo fatta. Infatti dietro di me vedevo risalire la cinese Liu Hong e non mi ricordavo se avevo da fare ancora un giro di pista nello stadio. Fortunatamente invece c’era subito l’arrivo che mi ha dato la gioia più bella della mia vita".
ADDIO BRONCHITE - Ma c'è anche un motivo fisico per spiegare questa impresa: "Se le cose sono andate così – ha aggiunto Elisa alla fine della gara - lo devo anche al fatto che a maggio scorso ho scoperto che soffrivo di una bronchite allergica che mi faceva sempre finire le gare con asma e con problemi di respirazione". Una svolta quindi nella sua vita arrivata a maggio scorso: "Si, perché curata quella bronchite poi mi sono potuta allenare su livelli che mi hanno portato a questo stato di forma". A dimostrazione delle ottime condizioni fisiche, il tempo di 1.27'12" di Elisa Rigaudo, oltre a darle il bronzo, le fa anche migliorare il suo primato personale.
MEDAGLIERE - Si tratta della sedicesima medaglia che la marcia porta al bottino azzurro nel medagliere di sempre, da quando Fernando Altimani vinse il bronzo nei 10.000 di Stoccolma 1912 (diventata poi dal 1952 la 20km). Una medaglia (oro) dalla marcia sui 3000 metri, 3 dalla 10.000, 5 (2 ori e 3 bronzi) dalla 20km, 5 (2 ori e 3 bronzi) dalla 50km e 2 dalle donne (l’argento di Elisabetta Perrone nella 10km ad Atlanta 1996 e questo di oggi). Ennesimo successo anche per Sandro Damilano che, con questo bronzo, porta il suo bottino personale di tecnico a 43 medaglie in gare internazionali.
 
Top
Luisa22
view post Posted on 22/8/2008, 09:41




Schwazer, marcia trionfale

L'altoatesino vince d'autorità, e con il record olimpico, la 50 km davanti all'australiano Tallent e al russo Nizhegorodov. Settimo oro per la nostra spedizione a Pechino


image

PECHINO, 22 agosto 2008 - Pronti, partenza e via. Così è iniziata la corsa all’oro di Alex Schwazer. Una medaglia d’oro olimpica che ancora una volta viene dalla marcia. Come succede spesso all’Italia. Poche specialità hanno dato ai colori azzurri tanto quanto quella del tacco-punta. L’oro della fatica, per questo spesso ancora più bello ed emozionante.
ABISSO - Schwazer non ha solo vinto, ha dominato da vero campione. Ha vinto di potenza, come il muscolo fatto vedere in tv per dimostrare il suo stato di forma, dopo 3 ore e 10' di gara. Migliora il record olimpico di 1 minuto e 20'' con il tempo di 3:37'09''. Stacca gli avversari di oltre due minuti. Tallent arriva secondo in 3:39'27'' e Nizhegorodov terzo con 3'05'' di distacco. Dopo di loro il vuoto vero, con lo spagnolo Garcia quarto a quasi 7 minuti di distanza. Fin dai primi chilometri se n’è andato insieme ai compagni di fuga Jared Tallent e Denis Nizhegorodov. Per quasi 35 km con loro anche il cinese Li Jianbo che però non ha retto il ritmo forsennato dettato proprio dall’azzurro. Alla fine, lungo la strada, li ha fatti scoppiare tutti.
ALLUNGO - Dopo 3 ore e 5 minuti di gara, intorno al 40° chilometro, Alex Schwazer ha deciso di cambiar marcia, nel vero senso della parola, lasciando di stucco i due compagni di fuga. Il primo a cedere è stato l’australiano Tallent (che poi ha recuperato fino ad arrivare secondo, aggiungendo una seconda medaglia al bronzo della 20 km). Poi, tre minuti dopo, è stato il turno del russo. Da quel momento per Schwazer è stato un assolo.
TRADIZIONE - Dopo Dordoni (Helsinki 1952) e Pamich (Tokyo 1964), arriva il terzo oro per l’Italia nella gara più dura e impegnativa dell’Olimpiade. Come sempre la marcia riserva ai colori azzurri una delle pagine più belle ed emozionanti della storia dello sport, non solo dell’atletica. E, ancora una volta, c’è lo zampino di Sandro Damilano che ha preparato il marciatore con dovere per una vittoria olimpica. Un lavoro iniziato diversi anni fa (inizio 2005) ma che è davvero partito lo scorso anno con le due prove al mondiale di Osaka. In Giappone Schwazer aveva gareggiato sia nella 20 che nella 50km. La prima per preparare la seconda.
PRONOSTICO RISPETTATO - Ed è proprio la 50km di Osaka ad avergli fatto capire che l’oro olimpico era non solo alla sua portata ma che poteva essere lui il grande ed unico protagonista di questa gara. E non si è fatto smentire. Lo scorso anno era finito in bronzo con rabbia, con ancora troppe energie in corpo da poter usare a gara finita, come disse anche prima della sua gara di oggi: "Quello che non voglio è finire con rammarico – aveva detto due giorni fa Schwazer –. Qualunque sia il mio risultato vorrei solo finire avendo speso tutto, anche se non dovessi vincere". Ma in cuor suo Alex ha sempre saputo che se le cose gli andavano per il verso giusto, avrebbe concluso la gara da vincitore. E così è stato!


Schwazer al settimo cielo . "Più forte di Superman"

L'altoatesino euforico dopo il trionfo nella 50 km di marcia. "Quando sono così in forma è difficile battermi". Poi scherza su Bolt: "Guadagna dieci volte tanto, ma io sono molto più felice". E la medaglia ha una dedica speciale: Carolina Kostner


PECHINO (Cina), 22 agosto 2008 – Il serpentone transennato della zona mista, nella pancia del National Stadium, sembra la corsia di un ospedale. Corpi prosciugati dal patimento di 220' di fatica che trascinano gambe legnose, nella migliore delle ipotesi indurite, una via crucis che ha come stazioni i vari settori riservati a tv e stampa. Un copione valido quasi per tutti. Alex Schwazer passa per ultimo e sembra in partenza per una gara, anziché uno dei reduci della più massacrante gara dell’atletica. Il volto è trasfigurato dalla felicità, e questo si può capire, ma anche il corpo trasuda freschezza: il serbatoio delle energie non è ancora in riserva, come il trionfatore della 50 km ha dimostrato con i salti di gioia sui materassi dell’asta, in mezzo allo stadio. "Sono arrivato qua molto in forma – ha spiegato l’uomo che riportato la marcia italiana ad un successo olimpico nella 50 km 44 anni dopo Abdon Pamich - mi sono allenato molto bene durante tutto l’anno e sono andato in gara per vincere. Sono stato tranquillo fino a tre quarti del percorso, pensando solo a stare con i primi, poi quando ho visto che gli altri faticavano, me ne sono andato".
EUFORICO - Non c’è spocchia nelle parole di Alex, né falsa modestia: "Quando sei superiore gareggiare è facile, il difficile è quando non sei pronto. Oggi sono entrato in gara sapendo quello che volevo e dovevo fare...". Schwazer confessa che l’attacco che ha stroncato prima Nizherogodov e poi Tallent non era nemmeno preparato: "Al rifornimento non ho più visto l’ombra dietro di me...". Poi racconta l’esultanza cui si è lasciato andare ben prima di entrare nello stadio per l’arrivo trionfale: "Ero euforico e in questi casi si rischia di fare anche qualche cavolata, ma sono felice di aver fatto contento anche tutta l’Italia. E quando ho fatto vedere il bicipite avranno riso tutti, perché il mio muscolo è ridicolo". E ride ancora anche lui. Torna serio subito dopo, riprendendo un controllo più in linea con il luogo comune dell’altoatesino quadrato e tetragono agli eccessi, quando gli riferiscono dei complimenti del responsabile del settore marcia, quel Sandro Damilano solitamente poco propenso alle sparate ("Ha solo 23 anni, oggi è iniziata l’era Schwazer, e per era intendo che può vincere tre medaglie d’oro").
SUPERMAN - "E' un po' euforico – ribalta i ruoli il neo olimpionico – un passo per volta. Oggi mi avete visto in super condizione, ma basta un problemino per far crollare tutto. Sui 50 km se non sei al cento per cento becchi cinque minuti dai primi, bisogna prepararsi bene". Poi una riflessione che rende ancora più bello questo trionfo del sudore e dell’umiltà: "Io sono contento di quello che faccio, ho passato gli ultimi quattro anni facendo molta fatica, sono orgoglioso di questo successo perché me lo merito e perché non imbroglio, ma lo sarò anche se dovessi arrivare decimo, in futuro". In questo momento non gli interessano i paragoni proposti con Bolt, l'extraterrestre della velocità, e con i guadagni del giamaicano: "Lui fa dieci volte meno fatica di me, e guadagna dieci volte di più, o magari cinque, ma io sono cinque volte più felice. E poi quando sono così in forma non mi batte nemmeno Superman!".
IL SEGRETO - E nonostante la fatica della gare e delle interviste, Alex non dimentica nessuno, a fine gare: "La dedica è per tutte le persone che non si vedono in pista ma che con il loro lavoro hanno contribuito a renderlo possibile". E Schwazer trova persino le energie per sprintare via di fronte all’ultima domanda, quella che gli chiede del braccialetto baciato durante la passerella trionfale dgli ultimi chilometri. Alex, incespica con le parole, ride, poi concede: "E' un regalo", ma non rivela di chi. E in conferenza stampa difende con grinta il suo segreto, che però era già stato incrinato nella telecronaca diretta della Rai, quando il telecronista, Bragagna, aveva parlato di "una bella storia con un’azzurra degli sport invernali, che ha avuto un ruolo importante alle Olimpiadi di Torino". Mancava solo il nome, ma non era difficile intuirlo. Lei è Carolina Kostner, la bellissima pattinatrice. Un amore che scatenerà i rotocalchi rosa. E ora dubitiamo che, per difendere la sua privacy, ad Alex sarà sufficiente marciare. Di fronte all’invadenza del gossip, Schwazer questa volta dovrà mettersi a correre
 
Top
Ricardo Kakà 22
view post Posted on 22/8/2008, 10:42




Splendido Russo: è finale
Picardi, bronzo col sorriso


In attesa di Cammarelle una vittoria e una sconfitta per i nostri pugili nelle semifinali. Il massimo di Marcianise batte lo statunitense Wilder, mentre il napoletano soccombe davanti al forte thailandese Jongjohor


PECHINO, 22 agosto 2008 - Un bronzo sicuro, si può sperare in un oro. In attesa del match di Roberto Cammarelle il bilancio odierno dell'Italia della boxe è di una vittoria e di una sconfitta. La vittoria, quella di Clemente Russo nella semifinale dei 91 kg; la sconfitta, sempre in semifinale, di Vincenzo Picardi nei 51 kg.
Russo-Wilder 7-1
Clemente Russo combatterà domani sera per il titolo olimpico dei pesi massimi, la categoria regina: un risultato esaltante che premia il talento e l’esperienza del pugile di Marcianise, ormai una certezza granitica. Dopo il Mondiale del 2007, dunque, Clemente potrebbe conquistare una doppietta storica, mai riuscita ad alcun azzurro, e riportare in Italia un oro olimpico che manca da vent’anni, dal successo di Parisi a Seul nei piuma. E in attesa di Cammarelle, che disputerà la semifinale dei supermassimi nel pomeriggio italiano. L’americano Deontay Wilder, che si è avvicinato alla boxe per guadagnare soldi per la figlia malata, è una montagna d’ebano alla quale Russo concede almeno dieci centimetri in altezza. Ma la superiorità in allungo del moro non è accompagnata da una tecnica sopraffina: Russo lo aspetta senza forzare e quando Wilder porta il diretto sinistro di sbarramento l’azzurro prova ad anticiparlo con il destro, come avviene allo spirare del primo round, nell’unico punto assegnato dai giudici nella frazione. Non è una bella sfida, l’americano fa davvero poco, è attendista e quando parte non trova mai il bersaglio. Russo è forse contratto, potrebbe sfruttare meglio la sua velocità quando l’altro si scopre, ma non corre mai rischi. Quando finalmente si scioglie, nel terzo round, mette un destro d’incontro (forse sulla spalla dell’avversario) e poi un diretto sinistro che lo portano dal 2-0 al 4-0, praticamente una polizza. Liberato dal peso del pronostico, Clemente nel quarto round si concede finalmente qualche azione delle sue, mette serie a due mani e vola fino al 7-0, macchiato solamente da un colpo preso a 4" dalla fine, con la guardia abbassata di chi sta già festeggiando. E’ il 7-1 dell’apoteosi, di un’altra finale con Chakhiev, già battuto ai Mondiali: un avversario solido, mancino, allievo di una scuola vincente come quella russa. Ma non un mostro. Forza Clemente, si può fare.
Picardi-Jongjohor 1-7
Si ferma in semifinale la marcia di Vincenzo Picardi nei 51 kg: per il pugile di Casoria, comunque una delle più bella realtà della categoria, resta la soddisfazione di un bronzo meritato, che si accompagna al podio già ottenuto l’anno scorso ai Mondiali. L’avversario, il thailandese Jongjohor, è una vecchia conoscenza: campione del Mondo nel 2005, alla rassegna iridata 2007 di Chicago incrociò Vincenzo in semifinale, battendolo con buon margine. Un rivale assai ostico, più alto dell’azzurro, con colpi dritti pronti a scattare sulle avanzate di Picardi e un’abile tecnica difensiva poggiata su un rapido movimento di gambe. Il nostro parte tuttavia senza timori ed anzi piazza il primo punto con un saettante sinistro. Come aveva annunciato alla vigilia, contro uno sfidante nettamente superiore in allungo, il campano cerca di accorciare la distanza con un pressing continuo, ma i diretti del thailandese sono veloci e precisi: 2-1 per lui. Nel secondo round il copione non cambia, ma la maggior precisione e pulizia stilistica di Jongjohor scavano il primo solco con due destri secchi in pochi secondi portati durante un furioso corpo a corpo. Il 4-1 sul tabellone adesso permette all’asiatico di controllare, mentre Picardi molla gli ormeggi e ad inizio terzo round prova l’assalto all’arma bianca: pane per i denti del rivale, che piazza un diretto destro e un gancio sinistro che in pratica chiudono la sfida. Vincenzo ci proverà coraggiosamente fino all’ultimo gong, meriterebbe probabilmente di più di quell’unico punticino iniziale, ma esce dal torneo a testa altissima. Per Jongjohor, sicuramente atleta di talento, finale con il cubano Laffita, capace di superare 9-8 il russo Balakshin grazie a un colpo messo negli ultimi 10" del match.
 
Top
Ricardo Kakà 22
view post Posted on 22/8/2008, 14:47




Taekwondo: Sarmiento è d'argento

In finale l'azzurro sconfitto 6-4


Mauro Sarmiento ha vinto la medaglia d'argento nel taekwondo categoria 80 kg. Sfuma il sogno dell'oro, anche se per l'azzurro è comunque un grandissimo risultato. In finale Sarmiento è stato sconfitto dall'iraniano Hadi Saei, che si è imposto con il punteggio di 6-4. In semifinale l'atleta di Casoria (NA) aveva battuto per 6-5 il britannico Aaron Cook. Medaglie di bronzo allo statunitense Steven Lopez e al cinese Zhu Guo.


La dedica è tutta per la fidanzata Veronica Calabrese, anche lei atleta del taekwondo che giovedì aveva perso la finale per il bronzo. "Dedico questo argento a Veronica, che è la mia vita - ha detto Sarmiento - Mezza medaglia del lavoro fatto in questi quattro anni è merito suo. Comunque, con un tabellone così difficile non pensavo che sarei arrivato in fondo". Il pensiero poi va alla 'sua' Napoli, lui 25enne originario di Casoria: "Di Napoli si parla della camorra: aver portato lo sport ad alti livelli spero possa contribuire a cambiare l'immagine della città. Un calcio alla camorra? Sì, visto che faccio uno sport di calci".

Appassionato di calcio e tifosissimo di Maradona, Sarmiento a dieci anni comincia a darsi al taekwondo. Dopo essere diventato campione italiano, per Sarmiento sono cominciati ad arrivare anche le prime affermazioni anche a livello internazionale: l'oro ai mondiali universitari di Valencia e il secondo posto nella coppa del mondo del 2006, il bronzo agli europei di Roma quest'anno fino a questo preziosissimo argento olimpico.




Brasile di bronzo
con tanti rimpianti


I verdeoro battono 3-0 il Belgio nella finale per il terzo posto. Gara chiusa già nel primo tempo, con i gol di Diego e Jo, che fissa il punteggio a fine partita. Ronaldinho gioca solo a sprazzi, calando nella ripresa


SHANGHAI (Cina), 22 agosto 2008 - Come nel 1996: al Brasile il bronzo e i rimpianti per aver lasciato ad Argentina e Nigeria la possibilità di giocare, domattina, per quell’oro che continua ad essere il suo grande tabù. E rimpianti anche per l’Italia, dopo aver visto Dembele (il suo giustiziere nei quarti di finale) e tutto il Belgio squagliarsi in una partita grigia, molle, senza pretese. Il Brasile ne ha approfittato per fare senza problemi quello che era considerato ormai un semplice dovere; Ronaldinho un po’ meno per giocare una partita che cancellasse le perplessità sorte dopo la semifinale con l’Argentina: il milanista ha giocato ancora una volta a sprazzi, nella ripresa è calato abbastanza vistosamente, e ha lasciato sulla partita due soli, nitidi ricordi: un rigore (non fischiato) subito nel primo tempo e un tocco di classe non sfruttato da Marcelo. C’è ancora abbastanza da lavorare, ma il Milan lo sa.
CAMBI - Dunga non ha cambiato granché la formazione umiliata in semifinale dall’Argentina: un cambio obbligato - Ramires per lo squalificato Lucas - e uno per scelta, a conferma dei problemi incontrati fino ad oggi nel trovare un assetto offensivo collaudato. O meglio: un centravanti "vero", in grado di finalizzare il teorico lavoro fatto alle sue spalle da due fantasisti come Ronaldinho (seconda punta solo in alcune circostanze) e Diego. Dunque, dopo aver iniziato il torneo con Pato e averlo rimpiazzato dopo tre partite con Sobis, il c.t. ha scelto Jo, nella speranza di avere se non altro un po’ di centimetri contro una difesa dura e chiusa come quella belga. Oggi meno impermeabile del solito, in verità. E si è visto dopo quasi mezzora di noia, passata ad aspettare da entrambe le squadre uno spunto, un guizzo.
SPRAZZI DI RONNIE - Ci ha pensato Ronaldinho - fino a quel momento piuttosto sotto ritmo e con un raggio di azione molto circoscritto - al 26’: ha puntato De Roover, lo ha lasciato lì, ma l’austriaco Einwaller, inspiegabilmente, ha scambiato un netto fallo per una simulazione. Il rossonero ha sorriso, ha invitato l’arbitro ad ascoltare i fischi del pubblico a cui ha fatto un gesto chiarissimo ("Voi sì che avete visto bene") e poi si è rimesso a giocare. Anzi, ad esultare, perché un minuto dopo il Brasile ha spezzato la fitta ragnatela eretta dal Belgio fra centrocampo e attacco: cross di Rafinha dalla destra, Diego sceglie bene tempi e forza della deviazione, rendendo inutile il tentativo di Haroun.
BELGIO - E’ stato a quel punto che il Belgio ha dato il meglio, con le sue ripartenze di cui sa bene più di qualcosa l’Italia: Mirallas al 34’ ha mancato di poco il tap-in su invito di Martens; lo stesso Martens al 40’ ha concluso con un gran tiro deviato in extremis da Breno un’azione da tre passaggi e blitz in area; Vermaelen al 41’ di testa ha messo fuori di un niente su corner di De Mul. Comprensibile, dopo questi brividi inattesi, l’esultanza di Dunga quando il Brasile, subito prima del riposo, ha messo al sicuro il risultato. Stavolta Ronaldinho ci ha messo il piede, mostrando a Ramires, attivato sulla destra, la strada verso la porta: Bailly ha fatto quel che ha potuto, ma sulla sua respinta Jo - complice la latitanza di Simaeys - ha usato bene il suo 1.89 per raddoppiare di testa.
FISCHI - La partita, di fatto, è finita lì, come hanno testimoniato anche i fischi del pubblico cinese, che già nel primo tempo aveva manifestato il suo disappunto per un accenno di melina dei brasiliani e nella ripresa ha proprio fischiato, quando la gara ha finito per trascinarsi blandamente. Neanche Ronaldinho, che nella ripresa è sparito per lunghi tratti, ha fatto granchè per ravvivarla, fatta eccezione per un quasi assist a Marcelo, messo davanti alla porta, con mezzo miracolo di Bailly. Solo a tempo scaduto, il Brasile ha punito il Belgio con le sue stesse armi: Jo lanciato in contropiede ha segnato il terzo gol, mettendo la seconda firma personale su questo bronzo che sa tanto di semplice consolazione.
 
Top
Ricardo Kakà 22
view post Posted on 22/8/2008, 16:08




L'Italvolley si arrende
In finale ci va il Brasile



La squadra di Anastasi si ferma in semifinale, sconfitta 3-1 dai brasiliani. Gli azzurri, senza Corsano che dà forfait nell'ultimo allenamento, vincono il primo set, poi non possono nulla contro la rimonta verdeoro. Nel match per il bronzo sfida con la Russia


PECHINO, 22 agosto 2008 - Ventiquattro anni dopo i Giochi di Los Angeles sarà ancora Stati Uniti-Brasile ad assegnare la medaglia d’oro nel torneo maschile. L’Italia ha fatto quello che ha potuto in semifinale, non ci saranno mai controprove, lo sport non le concede, ma di certo gli azzurri non hanno potuto giocarsela come aveva pensato il loro allenatore, preparando questa sua seconda Olimpiade. Tre a uno il punteggio finale per i brasiliani (25-19, 18-25, 21-25, 22-25).
POCA FORTUNA - Non si può dire che Anastasi abbia avuto fortuna: per la semifinale contro il Brasile perde nuovamente Corsano che si infortuna nell’ultimo allenamento, l’Italia parte così con Paparoni libero. Fei si scalda, ma in campo va Gavotto e nel primo set - con l’opposto di Montichiari al servizio - l’Italia dilaga. Fra lo stupore generale i campioni in carica vanno sotto 9-3, Cisolla non viene fermato mai dal muro sudamericano e l’azzurro è padrone, conquistando così il primo set. Ma il Brasile non ci sta e nella seconda frazione parte in quarta: forza il servizio, che mette in grande difficoltà l’Italia. Vermiglio, strepitoso nel primo parziale a smarcare i compagni, inizia a faticare inseguendo il pallone per il campo.
BRASILE ALLUNGA - È la volta della squadra di Bernardinho (che cambia Murilo per Dante, mentre Anastasi sostituisce Bovolenta con Birarelli) ad allungare: 14-8. L’Italia prova a contrastare i campioni degli ultimi 6 anni, ma Giba e soci si sono ripresi, fa 1-1. L’Italia non molla, ma il Brasile adesso gioca con molta intensità e non regala più molto. Per gli azzurri - che cercano di forzare il servizio, ma commettono anche tanti errori - trovare un varco in attacco diventa sempre più complicato, così i campioni di Atene piano piano prendono il sopravvento: 16-13. Gli azzurri reagiscono, ma sul 18-16 perdono per infortunio anche Mastrangelo. Due punti più tardi Anastasi gioca il tutto per tutto e butta in campo anche Fei, infortunatosi 8 giorni fa alla caviglia sinistra con il Venezuela, ma il set è del Brasile.
BATTAGLIA - Fei resta in campo nel quarto set, mentre Mastrangelo è trasportato negli spogliatoi. Il muro verdeoro fa buona guardia e per l’Italia è sempre più complicato trovare un varco: Anastasi fa entrare anche Meoni e Zlatanov per cercare di rimettere in piedi la partita. È ancora battaglia perché gli azzurri non si vogliono arrendere a nessun costo a un destino maligno, ma il Brasile mantiene un break di vantaggio che lo porta alla sua quarta finale olimpica (2 i successi). All’Italia, o quello che resta di essa, rimane la speranza di un bronzo con la Russia.
 
Top
view post Posted on 22/8/2008, 21:46
Avatar

What is the life? Nothing but light. NOTHING BUT LIGHT!

Group:
Member
Posts:
26,654
Location:
Bacaniland

Status:


Eddai ke sfondiamo quota 30 medaglie!!!!
 
Top
Ricardo Kakà 22
view post Posted on 23/8/2008, 08:53




Calcio: Argentina medaglia d'oro

Olimpiadi, la Nigeria battuta 1-0


L'Argentina ha vinto il torneo olimpico di calcio sconfiggendo in finale la Nigeria per 1-0. Decisivo il gol di Di Maria al 13' della ripresa. L'azione, nata da una valoce ripartenza della Albiceleste, è stata chiusa dal giocatore del Benfica con un pallonetto delizioso di sinistro. Gli africani, trascinati da Obinna, hanno cercato di ristabilire la parità spingendo sull'acceleratore. Senza ottenere nulla.


La partita
La squadra di Batista viene dalla netta vittoria in semifinale sul Brasile e sembra scendere in campo con la consapevolezza che l'oro olimpico possa arrivare quasi per inerzia. I valori in campo sono evidenti. Messi, Aguero, Riquelme e Di Maria non trovano opposizione valida nella retroguardia nigeriana, anche se nel primo tempo non riescono a sfondare. Al 22', Messi penetra in area, rientra sul sinistro e impatta sul difensore: l'arbitro fa proseguire. Poi poco o nulla, se non un breve timeout (chiesto dai medici della Fifa): al 30', il caldo soffocante induce il direttore di gara, l'ungherese Kassai, a concedere qualche minuto ai giocatori per dissetarsi. Qualche minuto dopo la ripresa del gioco e' la Nigeria ad avere una buona occasione: il centravanti Odemwingie entra in area da sinistra e centra basso, la palla attraversa lo specchio senza che nessuno intervenga, controcross dalla destra e palla che arriva a Isaac che svirgola e consegna la palla a Romero.

Le squadre vanno al riposo sullo 0-0 e al rientro in campo la coppia Messi-Aguero sembra trovare piu' spazio. Prima al 2', quando il giocatore del Barcellona serve in profondita' il compagno di squadra, anticipato in uscita bassa dal portiere africano; poi al 5' e' sempre Messi a impegnare Vanzekin con un tiro da fuori. L'Argentina fa salire il ritmo e al 13' e' Messi a prendere in mano la situazione recuperando il pallone a centrocampo e lanciando in profondita' Di Maria, che scavalca con un pallonetto mancino il portiere in uscita. Pronta la reazione della squadra di Siasia con Okoronkwo, cross pericoloso, Obinna, diagonale bloccato a terra da Romero, e Isaac, il centrocampista crossa da destra per il neo entrato Anichebe, che non riesce ad incidere.

Altro breve timeout al 25'. Alla ripresa una combinazione Messi-Aguero porta al tiro quest'ultimo, l'Argentina si ferma qui. La Nigeria ci crede fino alla fine e al 44' sfiora il pareggio con un'azione solitaria di Obinna dalla sinistra: il giocatore conteso tra Chievo e Inter effettua un traversone basso, Anichebe devia verso la porta e Romero respinge d'istinto. Finisce cosi', con gli argentini a festeggiare un oro cercato e meritato dopo un torneo giocato ad altissimo livello. Da Atene a Pechino l'Argentina si conferma nazionale imbattibile ai Giochi, i pretendenti sono rimandati a Londra.

Il tabellino
ARGENTINA (4-2-3-1): Romero 6; Zabaleta 6.5, Pareja 6, Garay 6, Monzon 6; Gago 6.5, Mascherano 6.5; Messi 6.5 (47'st Lavezzi sv), Riquelme 6, Di Maria 7 (43'st Banega sv); Aguero 5 (34'st Sosa 6). In panchina: Navarro, Fazio, Acosta, Buonanotte. Allenatore: Batista 6
NIGERIA (4-3-3): Vanzekin 6.5; Okonkwo 5, Apam 7, Adefemi 6, Adeleye 6; Isaac 6 (25'st Ekpo 6), Kaita 6.5, Ajilore 6; Odemwingie 6.5, Okoronkwo 6 (18'st Anichebe 6), Obinna 6. In panchina: Enzenwa, James, Ogbuke, Ambrose, Ezenwa, Olufemi. Allenatore: Siasia 6.
ARBITRO: Kassai (Ungheria) 6.
RETI: 13'st Di Maria.
NOTE: giornata caldissima, terreno non in perfette condizioni, spettatori 89.102. Angoli 5-4 per la Nigeria. Ammoniti Obinna, Apam, Di Maria, Monzon, Riquelme. Recupero: 1'; 6'.
 
Top
Ricardo Kakà 22
view post Posted on 24/8/2008, 00:58




Pugilato, argento a Clemente Russo

Olimpiade, oro al russo Chakhkeiv


Clemente Russo ha vinto la medaglia d'argento nei pesi massimi di pugilato. Il pugile azzurro, oro ai Mondiali di Chicago nel 2007, è stato sconfitto 4-2 dal russo Rakhim Chakhkiev che si è così aggiudicato l'oro. In semifinale il pugile di Marcianise aveva sconfitto l'americano Deontay Wilder 7-1, mentre il russo nell'altra semifinale aveva superato ai punti (10-5) il cubano Osmai Acosta Duarte.


Clemente Russo, classe 1982, vincitore degli Europei 2006 e 2007 e campione del mondo in carica nei pesi massimi, è stato sconfitto per 4-2 dal russo Rakhim Chakhkiev.

Una sorta di rivincita del Mondiale di Chicago, quando a vincere fu Russo. Chakhkiev è apparso molto determinato sin dai primi scambi ed è andato in vantaggio. Nella seconda ripresa l'azzurro di Marcianise, spronato dal ct Francesco Damiani, ha però reagito ed ha chiuso avanti di un punto, ribaltando quindi la situazione.

Terzo round di studio tra i due e conteggio rimasto fermo. Infine la quarta ripresa, con Chakhkiev che ha dato il tutto per tutto ed ha colpito sorprendendo Russo. Quindi altro attacco ed altro punto per Chakhkiev che, sul 4 a 2, ha solo pensato ad arrivare alla fine e a prendersi quell'oro che invece alla vigilia sembra cosa fatta per la boxe azzurra.

"Una medaglia per i diritti umani"
Clemente Russo è un fiume in piena dopo la premiazione e con grande emozione ha voluto fare una dedica speciale: "Dedico questa medaglia ai cinesi che soffrono per i diritti umani nel loro Paese - le parole del pugile campano - Una dedica che mi era stata sollecitata anche prima di partire dall'Italia e che adesso posso fare. Pechino è una città bellissima e sembra New York e sono sicuro che le Olimpiadi a migliorare anche sulla strada dei diritti civili".


Canoa, la Idem è d'argento

Battuta allo sprint nel K1 500 olimpico


Josefa Idem ha vinto la medaglia d'argento nel K1 500 all'Olimpiade di Pechino. L'azzurra è stata protagonista di un'incredibile volata che l'ha vista chiudere alle spalle dell'ucraina Inna Osypenko-Radomska per soli 4 millesimi di secondo. Decisivo è stato il fotofinish. Terzo posto per la tedesca Katrin Wagner-Augustin. Per la Idem, 44 anni, si tratta della quinta medaglia ai Giochi.


E' stata una gara bellissima, con Josefa che è partita inizialmene lenta e via via ha recuperato sulle altre andando in testa nei secondi 250 metri. Sembrava fatta per l'azzurra, alla sua settima Olimpiade, e invece la Osypenko a sua volta ha recuperato ed ha ripreso la Idem proprio sulla linea.

Il fotofinish ha infatti mostrato quanto le due barche fossero pressoché sulla stessa linea: davvero pochissimi centimetri se si trattasse di una pista di atletica, e l'oro sarebbe stato dato ex aequo, mentre in acqua ecco per l'appunto la differenza di soli 4 millesimi e quindi la differenza nella medaglia.

Un'inezia davvero, ma è quel tanto che ha tolto alla forte atleta azzurra di origine tedesca la soddisfazione di un altro oro olimpico dopo quello di Sydney e la quinta medaglia totale dopo il bronzo a Los Angeles 1984 (con la Germania), il bronzo ad Atlanta 1996 e l'argento ad Atene 2004.

Josefa: "Che peccato, ma forse vado a Londra"
"Ho dato il massimo, non ricordo niente dalla gara, ero troppo concentrata. Però, mi dispiace per quei quattro millesimi che mi hanno negato l'oro". Così Josefa Idem ha commentato il suo argento. "Io mi considero una persona normale, sono anzi timida - ha proseguito - . Sono contenta per quest'argento. I miei figli volevano sentire l'inno italiano, ma non ho potuto accontentarli, né posso dir loro che sarà per la prossima volta". Sul futuro: "L'anno prossimo penso di gareggiare ancora, poi non lo so". Ma aggiunge: "Continuare fino al 2012? Perché escluderlo. E' come quando partorisci: maledici il dolore, ma poi il figlio in braccio ti dà la voglia di un altro bambino. Così è per la medaglia e le Olimpiadi''.

La polemica:
"Abbiamo un membro nella federazione internazionale, che avrebbe potuto farsi avanti per chiedere se non era il caso di dare un ex aequo, ma sono cose che non sono successe e va bene così" ha detto l'azzurra a Casa Italia. Il riferimento di Josefa Idem è a Francesco Conforti, presidente della federazione europea di canoa e uno dei membri dell'Esecutivo dell'Isf, la federazione internazionale. ''I millesimi nell'atletica e nel nuoto non esistono, in questi casi si dà l'ex aequo: abbiamo un membro nella federazione internazionale, che avrebbe potuto farsi avanti per chiederlo''.
 
Top
32 replies since 3/7/2008, 19:37   471 views
  Share