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deejaykakà22
view post Posted on 19/4/2007, 11:42




NBA/ E' TORNATO BARGNANI, 17 PUNTI MA TORONTO KO
Roma, 19 apr. (Apcom) - E' tornato Andrea Bargnani. Fuori dal 20 marzo dopo l'improvvisa appendicite e l'intervento chirurgico, il 'Mago' ha fatto il suo ritorno in campo questa notte con la maglia dei Toronto Raptors. Una partita di scarso peso quella contro i Philadelphia 76ers, con la franchigia di Toronto, già certa del primo posto nella Atlantic Division, uscita sconfitta 122-119. Buona, comunque, la prestazione di Bargnani, che nei quasi 27 minuti in cui è stato in campo ha messo a referto 17 punti e 5 rimbalzi, sebbene con percentuali al tiro sotto i suoi standard (5 su 12 da due e 1 su 5 da tre). Il miglior realizzatore del match è stata la guardia di Philadelphia Willie Green con 37 punti, mentre in casa Toronto Luke Jackson ha realizzato il suo record di carriera con 30 punti, uniti ai 23 (con 9 rimbalzi) del solito Chris Bosh. Toronto esordirà sabato notte nei playoff, sul parquet di casa contro i New Jersey Nets.

Playoff Nba: festa Warrios, Toronto sfida New Jersey
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Si è conclusa la stagione regolare Nba. L'ultima giornata ha definito la griglia play off delle due conference e gli accoppiamenti della corsa al titolo.

La sfida a distanza tra Golden State e Clippers, in corsa per l'ottava posizione nella Western Conference, è stata vinta da Golden State. Alla squadra di Don Nelson, assente dai play off da ben 13 anni, bastava un successosu Portland.

Golden State finisce ottava alle spalle dei Lakers, che si sono assicurati la settima poltrona vincendo 117-106 a Sacramento (Bryant 34 punti).

Gli accoppiamenti: Dallas (1)-Golden State (8), Phoenix (2)-Lakers (7), San Antonio (3)-Denver (6) e Houston (5)-Utah (4), questi gli accoppiamenti play off (si parte il prossimo fine settimana) nella Western Conference.

Ad Est restava solo da definire la posizione finale di alcune squadre. Il successo di Cleveland (109-96) su Milwaukee e la contemporanea sconfitta di Chicago con New Jersey (106-97) ha permesso ai Cavs di chiudere la stagione regolare con la seconda testa di serie dietro Detroit. Chicago finisce quinta, i Nets sesti davanti a Washington (decisiva la vittoria contro Indiana per 98-95) e Orlando.

Gli accoppiamenti: Detroit (1)-Orlando (8), Cleveland (2)-Washington (7), Toronto (3)-New Jersey (6), Detroit (5)-Miami (4).
 
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deejaykakà22
view post Posted on 1/5/2007, 00:47




Miami saluta, Bargnani brilla

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Primi responsi dai playoff Nba: dopo Detroit, qualificatasi con un comodo 4-0 su Orlando, la Eastern Conference ha regalato agli appassionati l'eliminazione dei campioni in carica di Miami, sconfitti con un "cappotto" (o "sweep", per dirla all'americana) dagli emergenti Chicago Bulls.

Dopo aver perso i primi due match nell'Illinois e il primo in Florida, Miami ha ceduto anche il secondo in casa per 92-79, confermando la tradizione che vuole eliminate tutte le squadre Nba che si siano trovate sotto per 3-0 nei playoff.

L'uscita di scena degli Heat - mai era successo che la squadra detentrice del titolo subisse un 4-0 al primo turno, dove gli ultimi campioni ad essere eliminati erano stati i San Antonio Spurs nel 2000 per mano dei Phonenix Suns, curiosamente allenati dall'attuale coach dei Bulls, Scott Skiles - è del resto clamorosa per "immagine" ma non per quanto accaduto in stagione, come abbiamo avuto modo di scrivere su queste pagine.

La squadra era infatti già vecchiotta la scorsa stagione e quest'anno non ha avuto ricambi di rilievo: in compenso veterani come Shaquille O'Neal, Alonzo Mourning e Gary Payton hanno un anno in più sulle giunture e Dwyane Wade, vera chiave del successo nei playoff 2006, è arrivato ai playoff fuori condizione, dopo esser rimasto a lungo lontano dai campi per un infortunio alla spalla sinistra.

Se a questo aggiungiamo il calo di "fame" in molti dei veterani che avevano pensato al ritiro dopo il trionfo del 2006 e la mancanza di una vera terza opzione offensiva - né Antoine Walker né Jason Kapono sono riusciti a ricoprire il ruolo a dovere - allora si comprende come i giovani e rampanti Bulls potessero essere i favoriti anche nelle previsioni della vigilia.

A proposito di favoriti: all'Ovest Golden State ha vinto anche gara-4 contro Dallas e rischia seriamente di far fuori i vice-campioni, miglior team della regular season. Il tutto grazie sopratutto a quella vecchia volpe di Don Nelson, che con i suoi quintetti con 4 piccoli e gioco in velocità sta mettendo in crisi i Mavs, che hanno avuto finora meno del previsto da Dirk Nowitzki.

Sempre all'Ovest, nella notte Steve Nash ha piazzato 23 assist (uno in meno del record nei playoff detenuto da Magic Johnson e John Stockton) nel successo dei Suns a Los Angeles sui Lakers, e Phoenix è ora sul 3-1 su L.A.

Restando in tema di "squadre da corsa guidate da playmaker geniali", New Jersey, guidata dalla fantasia di Jason Kidd e dai canestri di Vince Carter ha vinto per 102-81 gara-4 contro Toronto e si è portata sul 3-1 contro i canadesi, che stanno rivelando tutta la loro mancanza di esperienza (quanto avrebbe fatto comodo Jorge Garbajosa....) ai playoff, soprattutto in giocatori chiave come Chris Bosh e T.J.Ford.

Chi invece sta sfruttando al meglio quanto fatto negli scorsi anni in Italia ed Eurolega è il nostro Andrea Bargnani, che pur non ancora al top fisicamente dopo l'appendicectomia subita a fine febbraio, è stato schierato titolare da Sam Mitchell in gara-4 rispondendo alla grande.

Il Mago, che ha dato l'unico vantaggio del match ai Raptors realizzando la tripla d'apertura, è stato alla fine il giocatore più utilizzato da Mitchell con 39'58, per un tabellino che ha recitato 16 punti (3 su 4 da due, 2 su 4 da tre, 4 su 4 ai liberi), 1 rimbalzo offensivo, 3 difensivi, 4 falli, 1 palla recuperata e 3 palle perse.

Intanto, viste anche le prove di Bosh e compagni, a Toronto sono tornate a circolare le voci di un addio a Sam Mitchell, nominato "coach dell'anno" ma con il contratto in scadenza a fine stagione.

Mitchell, scelto come allenatore dalla vecchia dirigenza, potrebbe infatti essere sostituito da Bryan Colangelo - ovvero la nuova dirigenza - con Marc Iavaroni, che fino a qualche tempo fa Colangelo Jr aveva modo di apprezzare direttamente a Phoenix, dove l'ex-Olimpia riveste l'incarico di assistant coach di Mike D'Antoni, un assistant coach con un ruolo molto importante per la gestione della squadra in allenamento e in partita, come chi scrive ha avuto modo di verificare anche "dal vivo". E Mitchell? Probabile che prenda il posto di Rick Carlisle agli Indiana Pacers.
 
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deejaykakà22
view post Posted on 3/5/2007, 00:52




Nba: Roy miglior rookie, Bargnani secondo
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Andrea Bargnani non ce l'ha fatta Andrea Bargnani a conquistare il titolo di rookie dell'anno del campionato Nba.

Il premio di miglior esordiente è andato a Brandon Roy, 23enne guardia dei Portland Trail Blazers, che ha chiuso la sua prima stagione tra le stelle con una media di 16,8 punti e 4 assist in 35,4 minuti di impiego.

Roy ha ottenuto 638 punti nella votazione a cui hanno preso parte 128 giornalisti.

Bargnani (11,6 punti e 3,9 rimbalzi di media), prima scelta assoluta dei Toronto Raptors nel draft 2006, si è piazzato secondo con 264 punti pagando un finale di stagione regolare che lo ha visto fermo ai box per problemi fisici (appendicite e virus influenzale).

Al terzo posto si è piazzato Rudy Gay (93 punti), dei Memphis Grizzlies.
 
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deejaykakà22
view post Posted on 6/5/2007, 23:58




Toronto e Bargnani, resa con onore
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Perdendo per 98-97 gara-6 di playoff sul campo dei New Jersey Nets, Toronto< è stata eliminata dai playoff Nba. Ennesima ottima prova di Andrea Bargnani, che ha chiuso con 17 punti.

New Jersey, che ha fatto valere al meglio la maggior esperienza e il fattore campo (i Nets non hanno mai perso in cinque match stagionali giocati a East Rutherford contro i Raptors) s'è così imposta per 4-2 sui canadesi in una delle serie più equilibrate del primo turno dei playoff 2007.

Anche nell'ultimo match gli ospiti sono stati in partita fino all'ultimo e, anzi, con un canestro di Chris Bosh sono andati sul 97-96 a 48" dalla fine: Carter ha quindi sbagliato la tripla, Bargnani ha strapato il rimbalzo ma dall'altra parte ancora Bosh ha falito il tiro da fuori.

Sulla successiva azione Richard Jefferson è andato a canestro con un bel movimento in entrata a 8" dalla fine e a questo pnto coach Sam Mitchell ha chiamato un timeout per diseganre un gioco per la superstar dei Raptors, Bosh: il passaggio di José Calderon per il numero 4 dei canedesi è però stato intercettato da Richard Jefferson, che ha così regalato il sucesso ai Nets.

Raptors eliminati dunque, e con diversi rimpianti, sia per aver perso nel primo incontro dellas erie il fattore campo, venendo sconfitti in casa dai Nets, sia per non essersi potuti giocare al meglio le proprie chance nella sfida decisiva, con il sopracitato Calderon alle prese con un problema alla caviglia e TJ Ford reduce da una brutta caduta in gara 5, per non parlare dell'assenza di Jorge Garbajosa, infortunatosi ancora in stagione regolare.

Tra le cose buone (in primis una squadra giovane ma già di buon livello e che potrà solo migliorare), la serie di playoff ha dimostrato la bontà della scelta di Andrea Bargnani al Draft.

Pur avendo perso il titolo di "Rookie of the year" a favore di Bradon Roy di Portland e pur non essendo al top per l'appendicectomia subita a fine febbraio, il Mago ha mostrato tutte le sue qualità, tanto che nelle ultime sfide di playoff Sam Mitchell lo ha fatto partire in quintetto.

Il coach dei Raptors è stato ripagato al meglio dall'italiano con prove eccellenti, come l'ultima, nella quale Andrea è rimasto in campo 40'26, chiudendo con 17 punti, frutto di un 4 su 9 da due, di un 2 su 2 da 3 e di un 3 su 4 ai liberi, cui si aggiungono 7 rimbalzi difensivi, 1 assist, 3 falli, 1 palla persa, 1 palla rubata e 1 stoppata, senza contare l'eccellente prova in difesa. E, come detto, le cose l'anno prossimo potranno solo migliorare.
 
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deejaykakà22
view post Posted on 15/5/2007, 17:22




I giorni di Re Giacomo
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Vincendo gara-4 delle semifinali playoff della Eastern Conference sul campo dei New Jersey Nets, i Cleveland Cavaliers si sono portati sul 3-1, ad un passo da una finale di Conference che non raggiungono dal 1992, dai tempi di Brda Daugherty, Larry Nance e Mark Price. Sono iniziati i giorni di Lebron "King" James?

Difficile dirlo con assoluta certezza, almeno quanto è facile evidenziare come i Nets privi di Nenad Krstic fossero una squadra troppo "solo" perimetrale per impensierire la formazione dell'Ohio, ma intanto quello che pare ormai un obbiettivo quasi raggiunto dai Cavalieri potrebbe rivelarsi fondamentale nonché indicativo per l'evoluzione della franchigia.

Franchigia che, dopo la scelta di James nel Draft 2003, ha vissuto la scorsa estate il secondo momento decisivo per il suo rilancio, ovvero il...rinnovo di Lebron, che ha firmato un rinnovo triennale con opzione per il quarto da 60 milioni di dollari.

La decisione ha permesso al numero 23 di Cleveland maggiore flessibilità per il suo futuro: nel 2010 James sarà infatti free agent e veterano con sette anni alle spalle e potrà rifirmare con i Cavs un nuovo e più lucroso contratto e, al tempo stesso - se la squadra non si fosse rinforzata - sondare realmente il mercato e magari trasferirsi altrove.

L'evoluzione della squadra e della situazione nella, per la verità debole, Eastern Conference - pare però scongiurare la seconda ipotesi. Dal un lato, infatti, Cleveland ha una squadra relativamente giovane e la prossima estate dovrà badare quasi "solo" a tenersi Anderson Varejao, il lungo brasiliano dalla grande - a volte sin troppo... - energia che diventerà l'unico free agent di livello dei Cavs per mantenere il nucleo intatto.

Dall'altra parte, a Est non paiono esserci squadroni: per quanto riguarda Miami, Shaq è in lento quanto inesorabile declino e la squadra, al di là di Wade e poco altro, vivrà la prossima estate una fase di rifondazione mentre Chicago e Toronto sono squadre forti e in crescita ma nell'immediato futuro non paiono ancora attrezzate per il titolo. L'unica potenza è quindi Detroit, dove però Chauncey Billups, Antonio McDyess e Flip Murray potrebbero decidere di diventare free agent e cambiare così aria.

Insomma, per l'immediato futuro Cleveland potrebbe davvero diventare l'alternativa ad Est alle varie Phoenix, Dallas e San Antonio, per la gioia di LeBron, che intanto sta costruendosi una megavilla nei sobborghi della città: vero che una villa oltre che costruirla la si può anche vendere in caso si voglia andare altrove ma di sicuro la cosa è un indizio più della volontà del giocatore di rimanere dov'è piuttosto che andarsene.

A Cleveland ci sperano, anche perché la città soprannominata "mistake by the lake" (pressappoco l'"errore sul lago", dove il lago in questione è l'Erie), non vince un titolo in uno sport professionistico dal 1964, quando i Browns trionfarono nel Superbowl aggiudicandosi il campionato NFL, la lega professionistica di football americano. Sono iniziati i giorni di Re Giacomo?
 
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deejaykakà22
view post Posted on 18/5/2007, 10:18




La legge dei Bad Boys
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Vincendo gara-6 a Chicago per 95-85, Detroit si è qualificata per la finale della Eastern Conference: è il quinto anno consecutivo che i "Bad Boys" raggiungono questo traguardo.

I Pistons si confermano così i principali candidati al successo all'Est. Dopo i due ko consecutivi contro i Bulls, i biancorossoblù sono tornati a giocare con continuità quel basket "soffocante" che stronca gli avversari, con una difesa dura e un attacco dai tempi "cronometrici", attacco esaltato quest'anno da un giocatore come Chris Webber che, se rispetto a Ben Wallace - passato in estate proprio a Chicago - concede qualcosa di pià in difesa, permette a coach Flip Saunders di avere una manovra offensiva molto pi9ù creativa e pericolosa.

Dal canto suo, Chicago ci ha provato: dopo aver perso le prime tre partite della serie al meglio delle sette, i Bulls hanno tentato di diventare la prima squadra Nba a rimontare uno svantaggio di 3-0 e per un tempo, trascinati da un PJ Brown autore di 20 punti, ci hanno anche sperato, andando al riposo sul +4 (48-43).

Nel secondo tempo, però Detroit ha iniziati a macinare il suo gioco e con un parziale di 31-21 nel terzo quarto ha preso il comando delle operazioni per non lasciarlo più.

"Rispetto al primo tempo abbiamo iniziato a muovere la palla in attacco - ha spiegato Rasheed Wallace, ala dei Pistons - Nel primo tempo, invece, eravamo fermi e non la facevamo girare a dovere. E' questo questo di cui abbiamo parlato nell'intervallo e al rientro in campo la partita è cambiata".

"Non c'è niente da fare: per vincere certe partite dobbiamo migliorare - ha invece commentato Luol Deng, l'atletica ala dei Bulls - De resto, sconfiggere una squadra come Detroit è difficilissimo: giocano ogni singolo minuti e ti possono battere in poco tempo".

Dopo il successo allo United Center, i Pistons attendono ora l'esito dell'altra semifinale della Eastern Conference, che al momento vede i Cleveland Cavaliers in vantaggio per 3-2 sui New Jersey Nets potendo contare sul fattore campo. L'impressione è che, indipendentemente da chi sarà il prossimo avversario di Detroit, il suo ruolo sarà quello di vittima designata, con buona pace di LeBron James e Vince Carter.
 
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deejaykakà22
view post Posted on 19/5/2007, 10:01




NBA/ PLAYOFF, SAN ANTONIO E CLEVELAND IN FINALE CONFERENCE

Cleveland (Usa), 19 mag. (Ap-Apcom) - Sono arrivati due attesi verdetti nelle partite dei playoff Nba disputate nella notte. I San Antonio Spurs hanno raggiunto la finale nella Western Conference, lo stesso hanno fatto i Cleveland Cavaliers nella Eastern. Gli Spurs hanno battuto in casa 114-106 i Phoenix Suns in gara-6 di semifinale, chiudendo la serie sul 4-2. Decisiva la prestazione dell'argentino Manu Ginobili, autore di 33 punti e 11 rimbalzi. Insieme a lui, a trascinare San Antonio sono stati Tim Duncan (24 punti e 13 rimbalzi) e Tony Parker (30 punti e 6 assist). Nella finale di Conference, gli Spurs affronteranno gli Utah Jazz giocando in casa le prime due partite. I Cavaliers, nella Eastern, raggiungono i Detroit Pistons. In gara-6 di semifinale, i Cavs di LeBron James (23 punti e 8 rimbalzi) hanno battuto i New Jersey Nets 88-72.
 
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deejaykakà22
view post Posted on 26/5/2007, 00:09




Draft 2007, chi dopo Bargnani?
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Mentre ancora impazzano i playoff Nba, nella notte del 22 maggio si è svolta la "lottery", leggasi sorteggio, per stabilire l'ordine di scelta del prossimo Draft: a vincerla, nonostante avessero in partenza solo il 5.3% di possibilità, sono stati i Portland Trail Blazers.

Il team dell'Oregon sarà dunque il primo a chiamare nella notte del Draft del prossimo 28 giugno a New York e a decidere così chi sarà l'"erede" di Andrea Bargnani, prima scelta assoluta dell'anno scorso.

Con ogni probabilità i Blazers punteranno su uno tra Greg Oden, centro di Ohio State, e Kevin Durant, ala di Texas. In ogni caso si tratterà di una scelta che rinforzerà notevolmente una formazione che può già contare su elementi giovani come Zach Randolph e due scelte dell'anno passato, LaMarcus Aldridge e Brandon Roy, quest'ultimo votato "Rookie of the year" davanti al nostro Bargnani.

Al secondo posto si sono invece ritrovati i Sonics che, ancora senza sapere se continueranno in futuro a giocare a Seattle, punteranno certamente su chi tra Oden e Durant verrà lasciato libero da Portland.

In terza posizione c'è quindi Atlanta, altra grande vincitrice del Draft: sì, perché in base alla trade che ha portato Joe Johnson dai Suns agli Hakws nell'estate 2005, il team della Georgia avrebbe dovuto cedere la sua scelta a Phoenix qualora non si fosse trovata nelle prime tre "pick" assolute, cosa invece accaduta. La scelta di Atlanta dovrebbe cadere su Brandan Wright, dinamica ala forte di North Carolina.

Lottery sfortunata invece per Memphis e Boston, le squadre che avevano le maggiori di chance di pescare per prime e ritrovatesi invece più indietro: difficile definire quale possa essere il giocatore scelto da Grizzlies e Celtics, anche perché qui potrebbero entrare in gioco accordi con altri club per cedere la propria scelta nell'ambito di scambi più o meno allargati.

Prima di chiudere con l'elenco completo dell'ordine di scelta, diamo uno sguardo a Marco Belinelli: l'Azzurro, dichiaratosi poco tempo fa eleggibile per il Draft 2007, è pronosticato dopo la 20^ scelta e potrebbe anche finire a Phoenix, dove troverebbe uno che d'"Italia" se ne intende, tale Mike D'Antoni...

Ecco per finire, l'ordine di scelta del primo giro del draft 2007.

1. Portland
2. Seattle
3. Atlanta
4. Memphis
5. Boston
6. Milwaukee
7. Minnesota
8. Charlotte
9. New York (la scelta potebbe essre girata a Chicago)
10. Sacramento
11. Indiana (Ad Atlanta)
12. Philadelphia
13. New Orleans
14. LA Clippers
15. Orlando (A Detroit)
16. Washington
17. New Jersey
18. Golden State
19. LA Lakers
20. Miami
21. Denver (A Philadelphia)
22. Toronto (A Charlotte via Cleveland)
23. Chicago (la scelta potebbe essere girata a New York)
24. Cleveland (A Phoenix via Boston)
25. Utah
26. Houston
27. Detroit
28. San Antonio
29. Phoenix
30. Dallas (A Philadelphia via Denver e Golden State)
 
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deejaykakà22
view post Posted on 8/6/2007, 08:33




Parker disarciona i Cavaliers
Gara-1 di finale Nba a San Antonio: gli Spurs stentano un po' in avvio, poi trovano la chiave tattica ingabbiando LeBron James con la loro guardia, affiancata da Duncan e Ginobili, portano a casa il prezioso primo punto
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SAN ANTONIO (Texas, Usa) 7 giugno 2007 - Una prova di forza, una vittoria (85-76) che in tanti si aspettavano ma che forse nessuno credeva potesse arrivare in questo modo. Gli Spurs impiegano un tempo per togliersi di dosso la ruggine accumulata in 9 giorni di inattività, ingabbiano e frustrano LeBron James (un debutto così non se lo sarebbe immaginato neppure nel peggior incubo, 14 punti, quasi tutti nel finale, con 4/16 al tiro e 6 palle perse), mettono sul piatto il peso dei Magnifici Tre, Duncan, Parker e Ginobili, e incamerano l'1-0 che fa crollare qualche certezza e lascia tanti interrogativi.
DIFESE IN CATTEDRA - Il primo tempo è dominato dalle difese, con percentuali pessime dei Cavs (36%) e con gli Spurs incapaci di capitalizzare con 7 palle perse nei primi 24'. Ma la cosa che ovviamente lascia tutti a bocca aperta è lo 0/7 di LeBron, irretito e irritato dalle marcature molto fisiche dei texani, mani addosso, poco spazio per le penetrazioni, e soprattutto fiducia illimitata dei difensori bianconeri nelle scarse capacità realizzative di Hughes da fuori e Varejao e Ilgauskas da sotto. L'incredibile 2/17 di James, Zydrunas e Larry nel 1° tempo dovrebbe scavare un solco profondo. Invece San Antonio, grazie alla tripla di Manu a 2" dalla sirena, va al riposo sopra solo di 5 (40-35). Troppo poco per una partita dominata sotto il suo canestro ma nella quale, a parte l'ottimo avvio di Duncan (14 punti e 4 stoppate) e Parker, ha solo sprazzi da Elson. Il resto è vuoto pneumatico (Finley e Vaughn 2, Bowen e Oberto zero). Sono Pavlovic (8) e il piccolo Boobie Gibson (7) che tengono a galla i Cavs. Spurs avanti in avvio, Cleveland che sorpassa sul 20-21 a 8'36" dall'intervallo, 9-0 interno per un vantaggio che non molleranno più. LeBron segna il primo canestro su azione a 7'13" dalla fine del terzo periodo. Hughes e Ilgauskas sono inguardabili, le percentuali degli ospiti non accennano a risalire, e, inevitabilmente, con la scossa che arriva tanto per cambiare dal solito fantastico Manu, gli Speroni volano a +18 e mettono con quasi un quarto da giocare la parola fine alla prima sfida.
COPERTA CORTA - La coperta di coach Brown pare sempre corta: chiudi sotto e arrivano le triple, rinforzi la difesa perimetrale e la palla va a Duncan in area. E' un problema che non si risolverà in una notte. La serie è ancora lunga, ma i favoriti hanno già dimostrato perché lo sono. LeBron non sembra preoccupato: "Sono stati bravi a raddoppiarmi, a togliermi le linee di penetrazione. Ma non c'è nulla che non sappia fare. Dovrò solo trovare le soluzioni adatte per gara-2. Perché qui una partita la vogliamo vincere".
San Antonio-Cleveland 85 à 76
(nei quattro quarti: 20-15, 20-20, 24-14, 21-27)
San Antonio: Parker 27, Duncan 24, Ginobili 16. Rimbalzi: Duncan 13. Assist: Parker 7. Cleveland: Gibson 16, James 14, Gooden 14. Rimbalzi: James 7. Assist: James e Gibson 4.
 
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deejaykakà22
view post Posted on 15/6/2007, 19:55




Il trionfo di San Antonio
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Vincendo 83-82 a Cleveland gara-4 delle Finali, i San Antonio Spurs hanno conquistato il titolo Nba, il quarto negli ultimi nove anni, il terzo negli ultimi cinque.

Gli "Speroni" diventano così la quarta franchigia ad aver vinto almeno quattro campionati insieme ai Boston Celtics, i Los Angeles Lakers e i Chicago Bulls, entrando quindi nel novero delle "dinastie" Nba.

La formazione texana si è confermata ancora una volta la più forte, la più completa e la più esperta. trascinata dal fantastico trio formato da Tim Duncan, Tony Parker (eletto Mvp delle Finali: primo europeo a ricevere il premio) e Manu Ginobili, guidata da un tecnico vincente come Gregg Popovich e sorretta nei momenti importanti anche da veterani abili a difendere come a colpire, specie dalla distanza, come Robert Horry e Bruce Bowen.

Dall'altra parte, i Cavaliers possono ritenersi soddisfatti del raggiungimento della finale e di aver creato un nucleo che potrà solo migliorare, dovendo badare a tenere solo Anderson Varejao, unico giocatore importante che diventerà free agent la prossima estate mentre intanto LeBron James ha dimostrato di poter portare in finale quasi da solo la sua squadra.

L'impressione, insomma, è che prima o poi il team dell'Ohio potrebbe davvero vincere il titolo, magari quando il nucleo vincente di San Antonio, a partire da Duncan, avrà qualche anno in più e quando molti dei Cavs, compreso coach Brown, avranno accumulato un po' più di esperienza a certi livelli.

Tornando a gara-4, i grande protagonista è stato Manu Ginobili, decisivo quando gli Spurs, dopo aver toccato il +11 sul finire del terzo quarto, hanno subito un parziale dei 14-0 che ha riportato avanti i padroni di casa sul 63-60.

A questo punto l'argentino ha ingranato la marcia in più e con 15 punti negli ultimi cinque minuti e mezzo - e l'aiuto del connazionale Fabricio Oberto - ha praticamente consegnato il match e l'Anello ai texani. che punteranno ora a realizzare finalmente il bis, come dicono Oltreoceano, il "back-to-back", dopo averlo fallito l'anno successivo alle altre vittorie ottenute nel 1999, nel 2003 e nel 2005. Il tutto, LeBron&Co. permettendo.

Cleveland Cavaliers-San Antonio Spurs 82-83
Cavaliers: James 24 (+10 a.), Gooden 24 (+11r), Ilgauskas 8 (+13 r.)
Spurs: Ginobili 27, Parker 24, Duncan 12 (+15 r.)
 
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deejaykakà22
view post Posted on 19/6/2007, 23:30




Kobe-Chicago, strade convergenti
Bryant è in rotta con i Los Angeles Lakers e tutte le squadre Nba lo sognano, ma in poche possono permetterselo. I Bulls sembrano la destinazione più accreditata
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NEW YORK, 19 giugno 2007 - Kobe Bryant vuole cambiare aria e praticamente tutte le squadre Nba farebbero carte farse per assicurarsi il fenomeno dei Lakers. Ma mettere in piedi un’operazione di mercato per strappare alla squadra di L.A. Bryant non è per nulla facile. Naturalmente Jerry Buss e il resto della dirigenza non vogliono perdere il giocatore in grado di riempire lo Staples Center e di trasformare una partita di basket in un evento ricco di glamour anche per le stelle di Hollywood.
RESTO NON RESTO - A Kobe però tutto questo non interessa, lui adesso si è stancato e non crede più alle promesse della dirigenza. Bryant però ancora una volta è riuscito a passare dalla parte del torto. Invece di esternare la propria frustrazione in modo professionale, il fenomeno di L.A. ha dato vita a una vera e propria telenovela, confermando la sua voglia di trovarsi un’altra sistemazione per poi smentire nell’intervista successiva, arrivando addirittura a giurare eterna fedeltà alla leggendaria franchigia californiana: “Vorrei chiudere la carriera con la maglia del Lakers...”.
DIRITTO DI VETO - Adesso però Kobe Bryant sembra davvero deciso. Il meeting di Barcellona con Jerry Buss non ha cambiato le prospettive del giocatore che non crede più all’attuale progetto della dirigenza californiana. Un Bryant sul mercato apre tantissimi scenari tra gli addetti ai lavori Nba, alcuni anche decisamente fantasiosi. Kobe però alla fine può decidere del proprio destino visto che è l’unico giocatore della Lega ad avere un contratto con una “no trade clause” (una “protezione” molto comune tra le stelle del baseball, ma raramente utilizzata nella Nba). Bryant ha fatto sapere di voler accettare solo tre destinazioni, New York, Chicago e Phoenix. Ma ciò non significa che altre franchigie non vogliano provare a convincere sia i Lakers che Bryant.
WIZARDS E KNICKS - Washington per esempio nelle ultime ore ha provato a mettere insieme un pacchetto, che includerebbe naturalmente Gilbert Arenas, per ingolosire Mitch Kuptchak. Delle tre “preferite” di Bryant, Chicago è di sicuro quella più appetibile. I Knicks sarebbero disposti a qualsiasi cosa per aggiudicarsi Kobe. Isiah Thomas arriverebbe a offrire ai Lakers anche le chiavi del Madison Square Garden, ma realisticamente la squadra newyorchese ha troppo poco da mettere sul piatto della bilancia per poter pensare di invogliare Jerry Buss a cedere il suo fenomeno.
SUNS E BULLS - Altro discorso riguarda Phoenix. Davvero difficile pensare che i Lakers possano cedere Bryant a una squadra non solo della stessa Conference ma addirittura della stessa Division. Ne è convinto anche Mike D’Antoni. “Potremmo offrire anche il Grand Canyon – commenta con il solito humor il tecnico dei Suns –, ma loro non ci daranno mai Bryant”. Resta così la pista Bulls. Kobe è affascinato dall’idea di riportare Chicago ai fasti diMichael Jordane la squadra di Scott Skiles può vantare un gruppo di giocatori giovani e talentuosi, in grado di stuzzicare l’interesse della dirigenza gialloviola. Offrendo Ben Gordon, Chris Duhon, Tyrus Thomas e l’argentino Andres Nocioni (con un “sign and trade”) e magari aggiungendo la loro nona scelta al prossima draft, Bryant (accompagnato probabilmente anche da un giocatore di secondo piano come l’ex udinese Sasha Vujacic) potrebbe davvero arrivare a Chicago.
 
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deejaykakà22
view post Posted on 22/8/2007, 10:03




Travolto da un treno
La tragica fine di Griffin
L'ex giocatore dei Minnesota Timberwolves è morto a 25 anni per un tragico incidente. Un talento cristallino rovinato da una vita segnata dall'alcol
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Eddie Griffin in maglia T'Wolves: aveva solo 25 anni
NEW YORK, 22 agosto 2007 - Scioccante rivelazione della polizia di Houston che nella giornata di martedì annuncia il decesso dell’ex giocatore dei Timberwolves Eddie Griffin. Venerdì scorso il 25enne Griffin era rimasto vittima di uno sconvolgente incidente stradale. L’ex giocatore di Minnesota, infatti, aveva ignorato uno stop e si era scontrato, con il suo Suv, con un treno in corsa. La sua auto si era incendiata e le fiamme avevano così reso irriconoscibile il corpo del cestista settima scelta assoluta al draft del 2001. Solamente nella serata di martedì, grazie alle impronti dentali, la polizia ha potuto effettuare il riconoscimento della vittima che è risultata appunto essere Eddie Griffin.
VITA TORMENTATA - Finisce nel modo più tragico la storia di un cestista dal talento cristallino incapace però di gestire la fama e il successo. Dopo una breve ma comunque burrascosa carriera alla Seton Hall University, Griffin era stato scelto al primo giro da Houston ma non aveva mai espresso il suo potenziale finendo spesso nei guai con la legge. Passato ai Timberwolves nel 2004, le cose non erano migliorate per il giocatore che aveva anche dovuto combattere contro l’alcolismo e la depressione.
SENSIBILE - Nemmeno l’aiuto di Kevin Garnett aveva fatto cambiare rotta a Griffin il quale dopo una serie di prestazioni altalenanti a marzo era stato tagliato dai Timberwolves, dopo aver ricevuto anche una squalifica di cinque giornate dalla Nba lo scorso gennaio per essere risultato positivo a un test antidroga della Lega. "Eddie era un ragazzo molto sensibile – commenta l’ex compagno di squadra con i T-Wolves Mark Madsen – credo che sia stato uno dei migliori rimbalzisti e stoppatori con il quale io abbia mai giocato. Ci mancherà molto".
IN CLINICA - Nei suoi primi due anni nella Nba Griffin aveva fatto venire il mal di testa alla dirigenza di Houston per il suo atteggiamento e le sue assenze ingiustificate a troppi allenamenti. Nemmeno un tentativo di disintossicazione alla famosa Betty Ford Clinic nel 2003 era servito. Anche a Minneapolis, infatti, il giocatore era ricaduto nella palude dell’alcol. "Abbiamo cercato di aiutare Eddie in tutti i modi – dice l’ex allenatore dei Timberwolves Dwane Casey – però non c’è stato nulla di fare. Eddie, in fondo, era un bravo ragazzo, quello che è successo mi intristisce molto".
 
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deejaykakà22
view post Posted on 15/9/2007, 15:52




Oden salta tutta la stagione
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Brutte notizie per Portland: Greg Oden, prima scelta assoluta dei Trail Blazers all'ultimo Draft Nba, salterà tutta la prossima stagione dopo essere stato operato al ginocchio destro.

Il Dottor Don Roberts, medico della squadra, ha infatti sottoposto l'ex-centro di Ohio State ad un'artroscopia esplorativa che, dopo aver rivelato problemi alla cartilagine e al tendine, si è trasformata in un'operazione vera e propria, l'ormai nota "microfracture surgery".

Un pieno recupero da un intervento del genere richiede in genere dai 6 ai 12 mesi ma, visti alcuni precedenti non incoraggianti relativi a ritorni in campo troppo rapidi (vedi i casi di Anfernee Hardaway e Kenyon Martin), a Portland non vogliono rischiare e quindi il buon Oden se la potrà prendere comoda e rientrare in campo nella stagione 2008/2009.

Ovviamente la notizia non è stata presa bene nella città dell'Oregon, dove Oden era uno dei traini pubblicitari in vista della prossima stagione, per non parlare poi della sua importanza puramente "cestistica" nella squadra.

"Sapere che Greg non sarà con noi è davvero brutto - ha dichiarato il coach biancorossonero Nate McMillan - Non vedevo l'ora di lavorare con lui e far crescere la squadra. Sappiamo di aver sempre questa opportunità ma per coglierla dovremo aspettare un anno".

A questo punto, anche la prossima stagione verrà vissuta a Portland come un periodo di transizione, teso soprattutto a far crescere un nucleo giovane basato sul "rookie" dell'anno 2007 Brandon Roy e su altri ragazzi come LaMarcus Aldridge, Martell Webster, Channing Frye - arrivato da New York nell'operazione che ha portato Zach Randolph nella Grande Mela - e le altre scelte dell'ultimo draft Josh McRoberts e Taurean Green.

Se non altro, i Blazers giocheranno senza pressione e chissà che non qualificarsi per i playoff possa permettergli di pescare con la "lottery" un altro prospetto interessante nel Draft 2008 e rinforzare così ulteriormente un gruppo che dovrebbe fare molto bene nella Nba negli anni a venire. Come si dice in certe circostanze, non tutti mali vengono per nuocere...
 
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deejaykakà22
view post Posted on 6/10/2007, 16:03




Nba: Toronto prolunga il contratto a Bargnani

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I Toronto Raptors hanno annunciato di aver esercitato la loro terza opzione del contratto per Andrea Bargnani.

La notizia è stata data durante la conferenza stampa di presentazione del Nba Europe Live 2007, tenutasi venerdì mattina in Campidoglio.

"Andrea ha superato le enormi aspettative poste su di lui nella scorsa stagione - ha dichiarato il presidente e dg dei Raptors Bryan Colangelo -. Per questo abbiamo deciso di prolungargli il contratto per la stagione 2008-2009 e di mantenere un'opzione per il quarto anno nella stagione 2009-2010".

Grande soddisfazione nelle parole del cestista romano: "Il fatto che questa opzione sia stata esercitata proprio durante il nostro soggiorno a Roma - ha dichiarato Bargnani - mi rende particolarmente felice".
 
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Semplicemente unico
view post Posted on 24/10/2007, 07:50




Belinelli solido e produttivo I Warriors piegano Seattle

Nella prestagione Nba, Golden State ha la meglio sui Sonics dopo un tempo supplementare. Per l'azzurro 10 punti (compreso il tiro libero della sicurezza), 4 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi. Ma coach Nelson ora lo punge: "Marco deve lavorare ancora molto"

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NEW YORK, 24 ottobre 2007 - I Warriors hanno bisogno di un supplementare ma alla fine riescono ad avere la meglio sui Sonics e vincono 126-122. Una partita divertente, a tratti anche spettacolare, soprattutto nel primo tempo, che viene decisa nell’overtime dal canestro del rookie Brandan Wright e messa in cassaforte da un libero di Marco Belinelli.
BELINELLI PRODUCE - Nel primo tempo le squadre decidono di difendere con grande approssimazione così i tiri comodi, da entrambe le parti, si sprecano. Si va al riposo con i padroni di casa avanti 68-61, ma nella ripresa la musica cambia. Le percentuali al tiro scendono drasticamente ma la gara rimane interessante. Marco Belinelli entra in campo a metà del terzo quarto e fa la sua parte. L’azzurro si fa trovare pronto nei momenti caldi del match e con i Warriors sotto di sei punti a 8’15’’ dalla sirena va a riprendere i Sonics producendo nel giro di tre minuti cinque punti (tre liberi e un bel canestro dal perimetro) e due assist.
PUNTO A PUNTO - Le squadre rimangono punto a punto fino alla fine dei tempi regolamentari. Wally Szczerbiak a 25’’ dalla sirena trova il canestro del 113 pari, ma fallisce il libero supplementare. Golden State non punisce l’errore dell’ex Celtics e la gara va al supplementare. A rompere gli equilibri ci pensa il canestro a 47’’ dalla fine di Wright che porta i Warriors al +3, poi il libero di Belinelli a 11’’ dalla sirena mette Golden State al riparo da qualsiasi sorpresa. L’azzurro chiude con 10 punti (3/6 da due, 0/1 da tre e 4/5 ai liberi), quattro rimbalzi, cinque assist e tre recuperi.
NELSON, CAROTA E BASTONE - Intanto Don Nelson dopo aver decantato per diverse settimane le lodi di Marco Belinelli ha cambiato atteggiamento. Non bisogna però sorprendersi, fa parte del personaggio. Il coach dei Warriors, infatti, ha un modo di fare tutto suo e riesce a passare dalla più grande ammirazione per un suo giocatore alle critiche feroci nel giro di pochissimo. Nel caso di Belinelli però il tecnico ha solamente aggiustato il tiro. "Forse ho esagerato con i complimenti, si tratta comunque di un giocatore al primo anno di Nba – dice adesso riferendosi all’azzurro Don Nelson –. Sono sempre convinto che diventerà un cestista sensazionale ma ha ancora molto su cui lavorare". Marco Belinelli non fa drammi, anzi concorda con il suo allenatore. "Capisco quello che dice coach Nelson, lui vuole proteggermi – confessa l’ex bolognese –. Io comunque voglio diventare un giocatore importante per questa franchigia. Devo dimostrare il mio valore in allenamento perché voglio ritagliarmi il mio spazio in squadra".
 
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68 replies since 19/4/2007, 11:30   362 views
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