IronMan, il sogno di Danny, "Ce la farò contro la fibrosi"

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Ricardo Kakà 22
view post Posted on 26/6/2008, 09:45




L'incredibile storia del ragazzo americano che soffre di fibrosi cistica e che domenica sarà alle qualificazioni della massacrante gara di triathlon per promuovere la raccolta fondi: "Aiuterò gli scienziati a trovare una cura, o morirò cercandola con loro"


MILANO, 26 giugno 2008 – Danny non è un uomo di ferro, anche se fa sport da quando è bambino e non ha un filo di grasso. Si allena ogni giorno perché si è messo in testa di partecipare all’IronMan, la massacrante gara di triathlon che si svolge ogni anno a Kona, nelle isole Hawaii. Un’idea folle per un ragazzo che convive da quando aveva 2 anni con la fibrosi cistica, che a 23 lavora, corre, dorme e parla con una capacità polmonare ridotta del 50 per cento, che ogni santo giorno è costretto ad attaccarsi per tre volte a un nebulizzatore. Per non soffocare tra tosse e muco.
UNA SOLA CHANCE – In Italia molti hanno conosciuto la storia di Danny Ferrone (che ricorda per certi aspetti quella di Terry Fox) grazie all’intervista di Silvia Nucini pubblicata da "Vanity Fair". Cerchiamo di contattarlo a pochi giorni da una delle gare di qualificazione all’IronMan in programma negli Stati Uniti. La voce che risponde al telefono della fondazione "Fight forever" (70mila dollari già raccolti per la ricerca contro questa malattia degenerativa che colpisce 100mila bambini e giovani nel mondo) è allegra, trasmette entusiasmo. "In tutto ci sono 28 posti, uno solo per la mia fascia d’età, con almeno 100 concorrenti. Però non ho paura, anzi. Non sto nella pelle, ci sono tanti amici dalla mia parte e aspetto questo momento da due anni. Non vedo l’ora che arrivi domenica. Inizierò con la prova di nuoto alle 6.15 del mattino, ma la temperatura sarà comunque fra i 35 e i 40 gradi. Una faticaccia…".
NUOTO, BICI E CORSA – Per prepararsi al meglio in una sfida definita "impossibile" oltre che molto rischiosa dagli stessi medici che lo seguono da tempo, Danny ha trascorso un lungo periodo ad Austin, in Texas, dove il clima è simile a quello che troverà a Lubbock, sulle rive del Lago Buffalo Spring che ospiterà le tre prove (9-10 ore sotto sforzo per quasi 2 chilometri a nuoto, 90 in bici e 21 di corsa). Le sue tabelle di allenamento sembrano quelle di un olimpionico. A cambiare è il recupero: le difficoltà di assorbimento provocate dalla fibrosi cistica lo obbligano a mangiare 7-8 volte al giorno per coprire un fabbisogno di gran lunga superiore alla norma.
"FORZA" (IN ITALIANO) – "Tanti mi chiedono perché faccio tutto questo. Rispondo sempre che a un certo punto della mia vita avevo bisogno di un gesto forte. Dicono che l’IronMan sia una sfida impossibile, e invece voglio dimostrare che anche un atleta nelle mie condizioni può farcela. Darò tutto quello che ho dentro. E' il modo migliore per far conoscere il più possibile la fondazione". Insomma Danny, che adora Ben Harper e 50 Cent e si è fatto tatuare le parole italiane "Forza" (sul torace) e "Il cuore del popolo" (sulla schiena), non ha un briciolo di paura.
THINGS WILL CHANGE – "Ci sono scienziati che cercano risposte a questa malattia ma hanno bisogno di fondi per proseguire i loro studi. Proverò con loro a trovare una cura, oppure morirò cercandola. Per certe battaglie vale la pena dare la propria vita. Almeno chi verrà dopo avrà una speranza - chiude la telefonata con una battuta che stringe il cuore - anche se non sarò più nei paraggi...". Sul suo blog campeggia un motto che sembra uscito da uno dei discorsi dei candidati alle elezioni presidenziali americane. Ma la politica, per una volta, non c’entra niente. E' solo coraggio. E vita. "Things will change, I promise you that".
 
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