Kaką: 'Discoteca? Meglio la famiglia'

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Ricardo Kaką 22
view post Posted on 12/1/2010, 14:34




Kaką tutto calcio, casa e chiesa. Il campione brasiliano del Real Madrid ha dichiarato in un'intervista a Cadena Ser: "So che da me ci si aspettava di pił, perņ la pubalgia limita tanto. E penso di aver fatto alcune cose buone: nonostante tutto sono quello che ha dato pił assist nel Madrid. Ho giocato sette mesi con la pubalgia. Nel Milan mi feci male al piede sinistro e quando sono tornato in campo č cominciato il problema al pube. Andava e veniva, č una cosa che ti limita parecchio quando giochi. Ti fa male dappertutto, il problema nasce sotto l’addome, ma condiziona tutti i movimenti quotidiani, alzarti dal letto, camminare, tossire, figurarsi in campo. A un certo punto non ce la facevo pił e ho deciso di fermarmi. Dopo 42 giorni di stop il dolore se n’č finalmente andato, grazie a Dio. Ho parlato con tanti giocatori che hanno avuto lo stesso problema. Valdano mi ha aiutato molto: lui č stato operato due volte. In Spagna mi diverto pił che in Italia perché cui c'č un calcio pił aperto, pił ricco tecnicamente. Quello italiano č pił tattico, pił studiato, come gli allenamenti: al Milan oltre alla tattica facevamo parecchi esercizi per il fisico e poca palestra. Qui si lavora pił sulla tecnica, col pallone, tiri e meno tattica. Nello spogliatoio mi cambio tra Raul, il 7 e Cristiano Ronaldo il 9, due grandissimi. Parlo tantissimo con loro. Le differenze negli armadietti? I profumi, le creme, i prodotti. Nel mio ci sono meno creme, non sono vanitoso". "Il nome Kaką me lo porto dietro da quando sono piccolo, mio fratello non riusciva a dire Ricardo e cosģ sono diventato Kaką. Mia moglie mi chiama amore, i miei genitori Ricardo o Kaką, in Italia Ricky, in Brasile Kaką. Per me č uguale. Sono giovane e mi piace uscire con gli amici a cena, mi piace andare al cinema, le cose normali, tranquille. Non mi piacciono granché le discoteche. Giusto se si vince qualcosa allora si, magari a fine stagione vado a festeggiare. Perņ durante l’anno no. Gli atleti di *** /strong> sono un’associazione che riunisce calciatori e sportivi che si ritrovano per fare studi biblici e parlare di Gesł. Li aiuto, siamo tutti evangelici, ma non sono uno di loro. Tutti i giorni prego con mia moglie, mio figlio, i miei amici, solo e leggo la Bibbia. Crediamo in Dio, Gesł e lo Spirito Santo, perņ abbiamo un solo santo, che č Gesł. Gli altri santi sono considerati persone importanti usate da Dio, perņ non li riteniamo tali, non crediamo in loro in quanto santi. Lo stesso vale per la *** figura di grande rilevanza, scelta da Dio per concepire suo figlio, perņ non la vediamo come una santa. La Chiesa non č una parte del mio salario ma una parte di tutto ciņ che ho, che mi č stato dato da Dio. Il mio tempo ad esempio. Tutti i giorni prego con mia moglie, mio figlio, i miei amici, solo e leggo la Bibbia. Per quanto riguarda i miei valori sono molto radicale, non faccio compromessi, so quello che devo fare, ciņ che č buono per me e la mia famiglia. Non mi piacciono le bestemmie, non le sopporto. Qui in Spagna si bestemmia meno che in Italia. Alcune volte in Italia ho chiesto ai compagni del Milan di non bestemmiare: non č colpa di Dio se sbagliano un gol o un passaggio. *** ha sopportato di tutto, anche noi possiamo farlo. Il momento chiave della mia vita religiosa č stato il battesimo. Sono stato battezzato a 12 anni e lģ ho capito tante cose. La verginitą era un valore non commerciabile che faceva parte di me: io e mia moglie siamo arrivati vergini al matrimonio. Tanti non ci credono, ma č la veritą e non devo dimostrarlo a nessuno".
 
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